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04 giu 2011

Primi pensieri a caldo

di Luciano Caveri

Si accelera la fine del berlusconismo, dopo l'esito elettorale. Anche se non penso sarà un'uscita banale e il periodo si preannuncia come travagliato. Il nervosismo delle scorse ore, a dispetto degli appelli alla calma e dell'ostentazione di sicurezza, era la dimostrazione di un lavorio sotterraneo con punte di iceberg ben visibili, come gli articoli assai esemplificativi di Giuliano Ferrara. Lo "spin doctor" a corrente alternata del Premier dice cose sgradevoli ma veritiere. Quando un leader diventa scomodo - fenomeno improvviso a dispetto spesso delle previsioni - è un "fuggi fuggi" che rende solo il "capo". Così, nel caso in esame, per la prima volta nel centro-destra si è cominciato a discutere del "dopo" con scenari del genere direttorio per la gestione del PdL o addirittura di primarie per la scelta della leadership per le elezioni politiche del 2013. Ma la più grande incognita resta il malessere leghista e le due anime della Lega, quella filogovernativa e quella movimentista per ora regolata da Umberto Bossi in persona. Anche questo è destinato a finire in un periodo ragionevole. Il centro-sinistra gioisce e dopo molte batoste è comprensibile, ma «se Atene piange, Sparta non ride», perché lo stato di agonia della politica italiana rischia di non avere confini troppo precisi. Commenteremo meglio nelle prossime ore (appuntamento su "Top Italia Radio"domani, martedì 31, alle ore 9.15). Ma, intanto, posso ricordare che, rispetto al berlusconismo e al flirt con l'UV che qualcuno in Valle ha sponsorizzato, lo avevo detto?