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12 giu 2011

Lo scetticismo sul calcio

di Luciano Caveri

Confesso di seguire poco il calcio, anche se poi - almeno per gli avvenimenti principali - l'informazione arriva lo stesso e nella vita quotidiana ho molti amici "calciofili" impenitenti che me ne parlano. Vi assicuro che in queste ore, con le nuove puntate da pochade di "calciopoli", i miei sfottò sono all'ennesima potenza, anche se si ride per non piangere. E pensare che proprio qualche giorno fa ero immerso in una discussione sul calcio locale, scoprendo quanto sia vicino il "VdA Saint-Christophe" al "salto" verso la "Lega Pro" (così mi han rivelato chiamarsi la vecchia serie "C1" e "C2"). Se ho ben capito fra qualche giorno si giocherà con il Rimini la partita clou e ieri mi chiedevo, magari qualcuno lo sa, se lo scandalo in corso si rifletterà o no sulle chance della squadra valdostana nel saliscendi che si verificheranno fra retrocessi e promossi. Come sempre il cavallo di battaglia della discussione cui accennavo sono state le tematiche da bar: come mai la Valle ha una diffusa rete di squadre ma stenta a salire nelle serie superiori? Serve o no alla Valle avere una squadra che pubblicizzi il nostro territorio navigando in alto? Cosa spinge i Presidenti delle squadre di pallone ad impegnarsi in un'attività in cui se vinci se sei un santo e se perdi finisci alla gogna? Non erano pettegolezzi perché il patron del "VdA Saint-Christophe", Corrado Ferriani, era presente. Ognuno aveva le sue risposte, specie persone ben più addentro alle segrete cose del calcio. Io ormai discuto ma con quel pizzico di scetticismo (o agnosticismo, se vogliamo usare un parolone) di chi ha perso la fede e i nuovi scandali nel calcio me ne danno buone ragioni.