Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
28 mag 2011

Sui referendum

di Luciano Caveri

In attesa che il mio Movimento politico decida sui referendum (meglio tardi che mai), non ho problemi ad esprimermi in vista del 12 e 13 giugno. Sappiamo che resteranno tre quesiti, dopo il prevedibile stop della Cassazione a quello sul nucleare, "tatticamente" evitato dal Governo con una moratoria decisa proprio per evitare il "sì" popolare al blocco di ogni progetto di centrale atomica (per poi - così è stato detto da Silvio Berlusconi in persona - ripensarci (sic!) quando sarà finita l'ondata emotiva causata da Fukushima). E poi l'afflusso alle urne sul nucleare, garantendo il quorum che rende valida la consultazione, avrebbe impallinato quel che resta dello scudo del "legittimo impedimento" pro Premier con un referendum cui - primo mio "sì" - sono favorevole. Veniamo ai due referendum legati al tema dell'acqua, che sono, primo quesito, "modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica", mentre il  secondo è sulla "modifica della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito". Attenzione a chi dice: «cosa c'importa di questi referendum, visto che all'articolo 2 del nostro Statuto d'autonomia fra le competenze primarie della nostra Regione autonoma c'è la lettera "m" che cita "acque pubbliche destinate ad irrigazione ed a uso domestico"» e che ho difeso anche alla Camera. Verissimo, ma il referendum si occupa, con queste due iniziative, soprattutto di materie concernenti la "concorrenza", materia esclusiva in capo allo Stato, smontando di fatto - se si raggiungesse il quorum e vincessero i "sì" - anche quella sentenza rischiosissima per noi della Corte Costituzionale (la 325 del 2010) rispetto all'assetto interamente pubblico che la Valle si sta dando in nome della non "rilevanza economica" dell'acquedottistica e della gestione dell'acqua nel nostro territorio montano. Una non "rilevanza economica", basata su una decisione che la mia Giunta assunse con forte senso di responsabilità, che la Corte, seguendo le norme comunitarie, considera però - non occupandosi di noi, ma formulando un indirizzo generale - del tutto eccezionale in relazione ad un servizio di interesse economico generale qual è l'acqua. Giuridichese? No, assolutamente. Ne va della qualità e del prezzo di una risorsa come l'acqua sul nostro territorio, il cui impiego ha plasmato parte della "civilisation valdôtaine". Per questo voterò favorevolmente.