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20 feb 2011

Ritratti in pillole

di Luciano Caveri

Lo spirito d'osservazione e un'innocua curiosità servono a rendere interessante anche l'andata e ritorno in aereo "Torino - Bruxelles", che potrebbe stremare per la sua banale ripetitività negli anni. La bimba con l'orsetto al controllo passeggeri è una delizia. Avrà tre anni e non si capacita che il suo peluche debba essere messo sul nastro che lo passerà ai "raggi X". La mamma la convince che all'amichetto non capiterà nulla. Si rassegna, lo abbraccia e lo mette in un contenitore di plastica. Lo riprende dall'altra parte dei controlli e sento che mormora: «Bravo: sei stato coraggioso!». Alla stessa porta si presenta una signora con, ai piedi, dei monumentali stivali borchiati. «Deve toglierli», osserva un addetto ai controlli. Lei, direi spagnola, nicchia, discute e poi si rassegna. Scesa dai trampoli sembra minuscola, una farfalla. Li riprende e li rimette in un batter d'occhio e se ne va, statuaria, fasciata nei suoi jeans. Un giro nei negozi, ingannando l'attesa. Appesi dappertutto i cuori rossi di San Valentino, che oggi saranno già vecchi. Una coppia, lui avanti con l'età e lei giovanissima, sono nel reparto lingerie. Lei, con strilli acuti, appoggia sul corpo dei body di pizzo assai appariscenti per provarli. Lui annuisce e commenta in francese, dando la sua preferenza ad un modello nero e rosso. Direi che non sono padre e figlia. Nei bagni c'è un signore dall'aria compita, un addetto alla pulizia, che mi fa segno che gli orinatoi in piedi sono chiusi al pubblico. Entro in un bagno ed esco poco dopo. Mentre mi lavo le mani, mi sorride e mi spiega che «sta cambiando le mosche». Resto interdetto e lui mi mostra con il dito l'adesivo della mosca nel water di ceramica che serve a noi, uomini fessi, per far pipì centrando un obiettivo. Sono seduto distante, ma osservo, di schiena, una bella signora anziana con uno di quegli chignon elaborati che si vedevano un tempo. Nella mano sinistra stringe dei fogli e con la destra sembra disegnare per aria delle melodie. Una direttrice d'orchestra, mi immagino. Quando mi avvicino all'uscita scopro che con grandi svolazzi sta scrivendo delle parole crociate. Niente musica...