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12 feb 2011

Datemi una "Trabant"

di Luciano Caveri

E' un bene che Silvio Berlusconi ci abbia aperto gli occhi. Pensavamo di essere in Italia (almeno così si diceva con la campagna per il 150esimo anniversario dell'Unità d’Italia) ed invece siamo nella Germania dell'Est. Non è ben chiaro se ci sia da noi un equivalente del "Muro di Berlino", presidiato dagli spietati Vopos, pronti a sparare su chi volesse attraversare quella barriera. E neppure risulta oggi esserci un equivalente della macchinetta simbolo del regime, la "Trabant", che un giorno in Polonia ho guardato da cima a fondo per curiosità. Chissà che Sergio Marchionne non ci stia pensando.

Per quel che riguarda il "partito unico", non ho ben capito quale sia l’equivalente della Sed (Partito socialista unificato tedesco), ma direi che possiamo escludere che si tratti del PD italiano (Partito democratico), che piuttosto che un partito monolitico sembra essere un insieme di villette a schiera con inquilini litigiosi (come avverrà nel PdL del post Berlusconi e nella Lega del post Bossi). A ben pensarci, dunque, alla fine resta forse, come spunto, la conosciuta capacità del regime spionistico messo in piedi nella Rdt per controllare i cittadini. Si legge, infatti, nel regolamento della Stasi, la polizia segreta della Germania Orientale: "Deve essere sottoposto a controllo personale operativo (Operative Personenkontrolle) chiunque ha tenuto o si sospetti tenga atteggiamenti ostili o negativi, nonché chiunque si sospetti possa essere utilizzato dal nemico". In effetti nella Germania Orientale si era messa in piedi una macchina incredibile in cui tutti controllavano tutti, come le telecamere del "Grande Fratello". Oltretutto - e questo è certo - nella DDR c'erano i "comunisti", quelli veri, non quelli nostrani "alla Peppone", lentamente degradatisi fra una scarpa inglese di marca e i maglioncini di cachemere. Ma alla fine il "j'accuse" berlusconiano inerisce in particolare la Giustizia (con la "g" maiuscola), nelle persone della Procura della Repubblica di Milano e dei suoi Pubblici Ministeri, accusati - in sostanza - di essere eversivi e di usare - perché credo che sia questo il vero riferimento alla Germania orientale - metodi polizieschi e di perseguire percorsi giudiziari persecutori degni di un regime dittatoriale. Io, che pure ritengo che la giustizia italiana vada riformata e che il rischio di finire ingiustamente nel mirino di un PM "nemico" possa esistere, ritengo, tuttavia inesistente questo parallelismo fra Italia e Germania dell'Est. Se davvero così fosse, proprio per dimostrare la bontà delle sue idee, Berlusconi dovrebbe presentarsi ai procuratori e farsi giudicare senza troppo indulgere in "immunità" e "legittimi impedimenti", oltreché in una miriade di leggine "ad hoc". Ingiustizie processuali, a seguito di ingiustizie accusatorie, sarebbero a supporto del suo "teorema", altrimenti siamo di fronte solo a sfoghi di nervi.