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18 gen 2011

Una guida alpina valdostana a Kabul

di Luciano Caveri

Mi arriva una mail della bizzarra guida di Valpelline Ferdinando Rollando, che in passato ogni tanto mi veniva a trovare a Bruxelles e con il quale - su determinati argomenti - ho fatto scintille. Ma la cosa incredibile è come Rollando riesca sempre ad imbarcarsi in avventure curiose, che a prima vista paiono inverosimili. Questa volta scrive per raccontare che fino al 9 aprile lavorerà al progetto di avviamento dello sci in Afghanistan della "Aga Khan Foundation - Akf" (la Fondazione di Karim Aga Khan IV non nuova nell'occuparsi di problemi della montagna). Scrive: "mi trattano bene, mi considerano bene, mi hanno offerto un'occasione per fare bene". Aggiunge, precisando che il racconto continuerà: "l'arrivo all'aeroporto è sorprendente: più piccolo di quello di Alghero, come aeroporto, ma con distese di campi con elicotteri ed aerei scassati tutt'intorno. Una volta fuori dall'aereo, lo "scassato" prende il sopravvento: dai carrelli portabagagli alle strade. I miei 66 chili di attrezzatura sono arrivati, dopo lunghe trattative a Torino, Roma e Dubai: 75 euro da Torino s Roma; 390 euro ed Roma a Dubai; 110 euro da Dubai a Kabul. Sono influenzato e stanco. Sono stato negli uffici della "Akf" e (con il mio capo Ian Mac William) ho già infranto quasi tutte le regole imposte dalla varie organizzazioni internazionali, compresa la nostra. Abbiamo passeggiato e abbiamo preso il taxi ... grazie Ian. Dalla prima vista è quasi tutto rotto, a parte le auto dei funzionari ONU che vivono barricati nel loro compound ... prometto di raccontavi di più e di fare foto". E' certo un'immagine originale e diversa dell'Afghanistan ed una forma di cooperazione - legata allo sci - di cui non avevo mai sentito parlare!