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28 dic 2010

Raccontino in vista del Natale

di Luciano Caveri

Che il Natale potesse riservare una qualche sorpresa era nell'aria. Per tutta la vigilia, una strana neve dorata era caduta sull'intera Regione. «La sabbia del Sahara», sentenziò un esperto. «Una scelta di marketing del nuovo "Office du Tourisme"», spiegò un altro. Un addetto stampa della Regione disse: «Effetto benefico del nuovo riparto fiscale». Un altro, un po' più lecchino, ammiccò, dicendo: «Un miracolo...». Ma l'inaspettato, in versione veramente shock, avvenne d'improvviso e solo, siamo sempre collegati all'avverbio "inspiegabilmente", in Valle d'Aosta. Una sorta di maleficio o meglio, al contrario, un beneficio. Allo scoccare della Mezzanotte fra il 24 e il 25, mentre le chiese erano piene di gente per la Messa di Natale, come se un ordine fosse stato impartito, centinaia e centinaia di "Babbi Natale" si animarono, riempiti di vita da chissà chi. Babbi Natale robot, imprigionati da anni nelle movenze meccaniche che seguivano le musiche natalizie, si sgranchivano le gambe, ballando liberamente al suono delle stesse musiche. I Babbi Natale posti su balconi e finestre, nella posa plastica della scalata, finivano finalmente la salita e saltavano gioiosi dopo aver raggiunto la loro meta. Babbi Natale, piccoli come lillipuziani, in bella posta sugli alberi di Natale, si affannavano ridenti passando di ramo in ramo come delle scimmiette. Grossi e grassi Babbi Natali, nei centri commerciali come sentinelle immobili, presero a camminare, con passo pesante, lungo le scansie pieni di prodotti, alcuni addirittura riempiendo i carrelli di mercanzia. Nulla di grave: una movimentata scelta che portò solo una ventata d'allegria e qualche serio problema d'inserimento nella società di tanti Babbi Natale. Per fortuna nacque in tutta fretta la partecipata regionale "Pères Noël". Alla Presidenza e nel consiglio di amministrazione vennero scelti alcuni centenari, ritenuti adatti, per ovvie ragioni generazionali, ad interloquire con i Babbi Natale che, fuori dal periodo canonico, rischiavano di apparire niente altro che dei vecchietti un po' svitati tra costumi rosso fuoco e renne al guinzaglio.