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03 dic 2010

Riciclare la realtà

di Luciano Caveri

I pubblicitari sono dei satanassi quando prendono la realtà già esistente e te la rivendono, incartandola in un involucro nuovo come si fa con i regali riciclati. Esempio mirabile è lo "Slow Ski", che in Valle è proposto al Breuil-Cervinia e che è moda - nell'uso della definizione scippata da "Slow Food" - anche altrove sulle Alpi. Sul sito della società degli impianti, così viene descritta la pista servita dalla funivia del Pancheron: "Sotto il Cervino, nella zona chiamata "Città delle pietre", là dove lunghi bilichi di roccia sembrano sculture lasciate lì per aggiungere magia al luogo, ecco nascere, come per incanto, un nuovo modo di interpretare lo sci: slow ski. Ovvero: "prendersi tutto il tempo", per ascoltare il proprio respiro, per seguire il ritmo lento del tempo, per "staccare la spina" con soste meditative aiutati dal panorama che tutto avvolge e coinvolge. Lo slow ski è lo sci dell’anima, rilassante e rigenerante". "Nascere per incanto" è la carta da pacchi. A parte il periodo della vita, da ragazzini, in cui si scia come dei matti dal mattino alla sera a tutta canna, la contemplazione della natura, la sosta ritemprante, la bevuta e la mangiata, la lettura del giornale o del libro, la fermata per prendere il sole, la chiacchiera con gli amici sono la normalità e se poi l'itinerario è scialpinistico o con le racchette da neve ai piedi lo "slow" è nelle cose e non nel dépliant.