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23 giu 2010

«Nonna, che bocca grande che hai!»

di Luciano Caveri

L'altro giorno in Consiglio Valle ho ascoltato i rappresentanti degli allevatori di ovini e caprini preoccupati per il ritorno dei lupi in Valle d'Aosta. Va detto che il dato è incontestabile ed è probabile che già dei lupacchiotti si aggirino da qualche parte in Valle a dimostrazione che non sono solo più "lupi solitari" quelli che si sono installati sul nostro territorio. Ovvio che chi ha delle mandrie non nasconda la preoccupazione per i danni e per i costi dovuto a maggior sorveglianza di pastori e all'ausilio di recinti elettrificati. La richiesta di alcuni è: finanziamenti adeguati perché i limiti europei in de minimis non bastano; abbattimento dei lupi o da parte degli stessi allevatori se necessario o da parte delle autorità per motivi di emergenza. Io ho solo ricordato che il lupo per la legislazione europea, direi frutto della crisi del passato che aveva portato alla scomparsa del lupo oggi ben presente in molti Paesi dell'allargamento e in fase di ritorno negli altri Paesi da dove era sparito, è una specie non cacciabile in modo molto stringente e le deroghe non sono per nulla banali. Cresce in generale il numero di "selvatici" e la ri-naturalizzazione offre sorprese mica da ridere. Nelle Alpi orientali è scattata ormai la sindrome da ritorno dell'orso! Altro che Cappuccetto Rosso...