Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
05 mag 2010

Occhio allo spazio!

di Luciano Caveri

Ho il ricordo di meravigliosi cieli stellati da noi in alta montagna oppure in isole tropicali. Così ci poniamo, insignificanti come siamo, di fronte all'immensità. Mi affascina l'idea di come nell'antichità questo cielo fosse vivo per chi l'osservava e aveva deciso - caratteritica della nostra umanità - di dare un nome a pianeti, a costellazioni, ai diversi pezzi distanti dell'Universo. Da ragazzo leggevo libri, genere Peter Colosimo, che raccontavano - cacciando un sacco di balle - dei segni nel passato e nel presente del passaggio sulla Terra di alieni provenienti da altri mondi. Genere: gli egizi senza l'aiuto degli extraterrestri non avrebbero costruito le piramidi... Io penso davvero che esistano altri esseri viventi intelligenti, chissà fatti come, ma non è da escludere che - in un'ovvia reciprocità - non saremo solo noi a vederli orrendi, ma anche loro lo penseranno di noi, con i nostri nasi, le nostre bocche, le dita, i nostri umori... Il fisico inglese Stephen Hawking, che mostra la forza della nostra intelligenza anche quando è prigioniera - come capita a lui - di un corpo degradato lentamente dalla malattia, ci ammonisce di lasciar perdere gli alieni, perché un "incontro ravvicinato" potrebbe finire malissimo. come avvenne alle popolazioni indigene distrutte da noi occidentali e non a caso lo scienziato inglese cita le Americhe dopo la scoperta di Cristoforo Colombo. insomma, se un disco volante vi atterra in giardino, conviene far finta di niente ed evitare la tentazione di offrire un caffè all'equipaggio.