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21 mar 2010

Il futuro della Savoia

di Luciano Caveri

Scrivevo, qualche giorno fa, della tappa importante per noi dell’annessione della Savoia alla Francia avvenuta, di questi tempi, un secolo e mezzo fa. Anniversario che mi pare caduto in un qual certo vuoto in Valle, mentre in vista dell'Euroregione Alp Med (sempre ferma nella palude delle burocrazie nazionali!) poteva essere un tema stimolante di confronto. Leggo sulla stampa francese che la "Ligue Savoisienne", spazzata via dalla possibilità di correre alle prossime elezioni regionali per via del sistema elettorale, propone due aspetti, uno di analisi e uno di protesta. L’analisi è così riassunta: «la seule question qui pourrait intéresser les électeurs n'est pas posée : l'émancipation de la Savoie, qui subit encore, 150 après l'annexion de 1860, le système mis en place par Napoléon III et conservé, pour l'essentiel, par les régimes qui ont suivi : deux départements forcément rivaux, deux préfets dépendant de ministères tout-puissants mais désargentés, et aucune représentation de la Savoie toute entière. La Savoie serait pourtant, pour la plupart de ses habitants, le cadre politique le plus naturel pour se gouverner efficacement et assurer leur prospérité: à l'échelle de la vie quotidienne et en même temps compatible avec les réalités de l'Europe actuelle». La Ligue - ed eccoci alla protesta - dovrebbe distribuire, ma non si sa come, una scheda di voto – alternativa per così dire alle “regionali” - con cinque proposte, certo provocatorie: Région Savoie regroupent les deux départements; Région Savoie autonome, comme le Val d'Aoste; Ne rien changer: Paris et Rhône-Alpes décident; Adhésion à la Suisse; Etat européen, fédéral et démocratique.

Ovviamente si tratta di un sasso nello stagno: in Francia, a dire il vero, sembra molto sullo sfondo, pur oggetto di mirabili lavori di Commissioni di studio, il tema del regionalismo e del decentramento e ciò mostra un forte ritardo culturale.