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06 feb 2010

La crisi dei Santi

di Luciano Caveri

Il culto dei santi sta declinando e di conseguenza le molte pratiche connesse. Ricordo come la mia nonna materna, Ines, avesse una sua complicata gerarchia, fatta di preghiere e immagini sacre. La devozione popolare in Valle era fatta anche da straordinari ex-voto che raccontavano di circostanze infauste d'improvviso mutate positivamente grazie ad un intervento ultraterreno. Pensiamo poi al culto delle reliquie nelle diverse chiese della Regione o a certe pratiche di guarigione in determinate località, sapendo che ogni paese o frazione in Valle ha un patrono, che alimenta a sua volta un culto specifico ed esiste di conseguenza un'onomastica locale. Come non pensarci avvicinandoci a Sant'Orso, di cui - come per San Grato, l'altro santo favorito dai valdostani - abbiamo elementi leggendari ma poche certezze storiche. La complicata storia della Chiesa, fatta anche di ascese e discese dei santi, per esempio ha sfavorito il culto del grande San Bernardo, mentre Sant'Anselmo - per la sua parabola europeista e il profilo prevalente di filosofo - ha finito per essere "nemo propheta in patria".