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21 gen 2010

I dolori di Haiti

di Luciano Caveri

Ogni tanto, con una spietata regolarità, le tragedie del mondo entrano a casa nostra, specie con la forza delle immagini. E' il caso di Haiti: il paese caraibico è stato colpito da un terremoto così forte da stroncare un Paese occidentale, figurarsi gli effetti su di un'isola simbolo del degradante destino del Terzo mondo. E le immagini non bastano, come può mostrare la lettura dell'editoriale sul "Corriere della Sera" di Sergio Romano, che ricorda il destino gramo di Haiti e le terribili violenze, quasi inaudite per la loro ferocia, che hanno caratterizzato in un recente passato le "faide" per il comando. Quando pensiamo al flusso dolente, governato ormai dalle mafie mondiali, degli extracomunitari - che così definiamo con un termine, per altro, anacronistico rispetto all'integrazione europea - ci dobbiamo sempre ricordare, nel reclamare fermamente il rispetto delle nostre regole, che molti che arrivano da noi lo fanno per disperazione. La diaspora degli haitiani nel mondo è un caso evidente di "fuga" da un Paese insanguinato, dimenticato dalla comunità internazionale.