Erano "buoni"

Che ne faremo delle Carte Vallée?Quel che c'è di singolare nella fine dei "buoni carburante" è la pratica dello "scaricabarile", vale a dire l'idea di spostare su altri eventuali responsabilità, tipo "gioco della scopa" da festa giovanile.
Personalmente, dall'alto di una pila di documenti, sono sereno del lavoro svolto e ritengo che ogni sforzo sia stato fatto contro una certa astratta imbecillità di alcuni burocrati europei e la generale inerzia e pigrizia dei Governi italiani di ogni colore.
Il boccone è amaro ma salutare, perché dimostra che la nostra Autonomia in Italia ed in Europa resta spesso debole e vulnerabile.
Dopo sessant'anni di regime transitorio, a dimostrazione che in Italia nulla è più definitivo del transitorio, la ghigliottina è scattata, venata di varie ingiustizie a detrimento della Valle. Ormai bisogna guardare avanti e trovare soluzioni stabili che tengano conto dei costi energetici oggettivamente superiori su di una montagna come la nostra.

Commenti

Bella...

la sparata di Leonardo La Torre che un po' si collega con i buoni che non verranno più dati.
No buoni, autostrada più cara d'Italia, treni che non coincidono con orari di lavoro ed ennesima "tavanata" di un politico .
Andiamo bene.

Per altro...

i mezzi pubblici sono già poco costosi, specie per i pendolari.
Proprio sul treno, ragionando con una persona, ci dicevamo che in molti pagherebbero di più a fronte di un servizio degno di questo nome.

Sono il primo...

che pagherei di più per un servizio decente, sopratutto se si facesse una fermata nei pressi del "Miroir", come ti avevo già anticipato.
Il problema di chi lavora alla periferia di Aosta è che, una volta arrivato ad Aosta, deve prendere un altro mezzo (altra spesa ) per tornare a Saint-Christophe.
Il fatto che gli orari dei treni non coincidano con gli orari canonici di ingresso al lavoro, poi, è un motivo per cui il treno non è utilizzato da chi lavora fuori Aosta.
Ho visto la notizia in cui il presidente dice «abitudini consolidate nel tempo sono difficili da modificare» e «le tariffe sono già scontate per ultra 65enni e studenti» riferendosi ai pendolari di lunga tratta che utilizzano l'auto o mezzi propri. Ma dove vanno gli ultra 65enni il mattino presto? E quanti di questi ancora lavorano? L'agevolazione serve alla fascia intermedia che lavora!
Abitudini un cavolo, è la necessità di arrivare in orario che fa utilizzare i mezzi propri anche a fronte di una spesa non indifferente da una gran parte di pendolari, visto poi che l'autostrada costa quattro euro e cinquanta Verrès ad Aosta, è presto detto il motivo per cui la statale è una coda lentissima tutti i santi giorni.
E' un po' facile dare facili giudizi quando non si deve viaggiare tutti i giorni o se si ha un signor stipendio o meglio ancora parecchie agevolazioni.
Basterebbe partire da Pont-Saint-Martin il mattino in treno e dover timbrare a Saint-Christophe o al "Miroir" per le otto, vedere quanto tempo si spreca tra treno e coincidenze di mezzi, quanti euro costa l'uno e l'altro abbonamento.
Dopo aver constatato di persona questo, credo sarebbe più facile far coincidere mezzi e costi per invogliare i pendolari ad utilizzarli, altrimenti continueranno ad essere solo parole gratuite.

Amaro di sicuro, salutare non credo...

lei dottor Caveri dice che il boccone è amaro ma "salutare".
Amaro lo è di certo, sul salutare, se mi permette, avrei dei dubbi. Forse lei intendeva dire che "magari" i nostri politici, da questo "ceffone" proveniente da persone "astrattamente imbecilli", ma piuttosto forzute - mi pare di capire - potranno trarre qualche esperienza utile per il futuro. Chissà... da come vedo che è gestita la faccenda nel suo complesso, avrei dei dubbi e non nutro molte speranze.
Quello che so è che dall'anno prossimo il mio bilancio familiare si impoverirà di una certa cifra, come se in modo unilaterale ed arbitrario il mio datore di lavoro decidesse di togliermi da gennaio 2010 una parte dello stipendio. Tenga conto, infatti, che i datori di lavoro privati (non possiamo mica tutti lavorare in Regione, anche se la tendenza è quella), approfittando della asfittica situazione industriale valdostana, tenevano ben in conto che coloro che lavoravano in Valle d'Aosta avrebbero percepito i "buoni benzina". Era infatti un parametro tranquillamente monetizzato e tenuto in conto nelle trattative economiche per la definizione degli stipendi. Altro che privilegio.
Da gennaio credo che prenderò il pullman, i soldi che risparmierò li spenderò in gomme "Travelgum", da assumersi nella tratta Châtillon - Montjovet (compreso il "giro dell'oca" di Saint-Vincent), per evitare di sboccare nel sedile di fronte.

Ma pensiamo ad altro. Auguro a tutti coloro che leggono questo blog delle eccellenti feste, e a Lei anche un buon compleanno.

Il legame...

fra stipendi e "buoni" nel privato non l'avevo mai sentito, tenendo conto che agiscono ovunque contratti collettivi di lavoro.
"Salutare" non era riferita alla dolorosa perdita di questo vantaggio evidente, ma perché - avendo noi le risorse - dovremo trovare modalità di sostegno diverse, consentite dall'Europa che incombe, spesso nel bene e talvolta, nel male sulla nostra autonomia.
Per altro, tolti i buoni, in Valle testa un welfare che forse non ha eguali per la sua vastità.
Credo che il tema sia troppo complesso per il "francobollo" del blog.

E' vero che

esistono i contratti collettivi di lavoro, che sono in genere piuttosto miserabili. Poi esiste una componente che si potrebbe definire contrattazione individuale, nella quale - se non mi ricordo male - si va a trattare una voce definita "super minimo". Nel mio caso, come in quello di molti altri che conosco, il benefit dei buoni benzina è stato conteggiato nel calderone complessivo come compensazione della mancata elargizione dei buoni pasto.

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