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04 dic 2009

Moana

di Luciano Caveri

Un film su "Sky" ricorda la vita di Moana Pozzi, l'avvenente pornodiva scomparsa prematuramente e sulla cui morte si coltivò un mito casareccio di una fuga chissà dove tipo "leggende metropolitane" su Elvis Presley. Per me Moana Pozzi fu una metafora: il primo giorno da deputato - era l'estate del 1987 - nude, avvolte solo in bandiere tricolori, c'erano all'ingresso di Montecitorio la neoeletta Ilona "Cicciolina" Staller (voluta in lista dai radicali di quel provocatore di Marco Pannella) e Moana Pozzi, che apparteneva alla medesima "scuderia". Diafana, procace e bellissima - si seppe in seguito pure amante di Bettino Craxi - sembrava l'incarnazione di quella che poi verrà chiamata la "Prima Repubblica", quasi un simbolo di decadenza discinta. Ora torna sugli schermi bella e maledetta come quegli anni Ottanta, che per molti rappresentano la giovinezza, mentre per l'Italia furono il fulgore di una crisi politica profonda, che pare ora - come il fantasma di Moana - tornare dal passato.