Impunità
Sono stato nel 1992 segretario della Commissione speciale per l'esame dei progetti di legge concernenti la riforma delle immunità parlamentari e dunque conosco bene la materia. Noto con catatonia che chi oggi ne parla all'opinione pubblica dà per intendere che l'immunità non ci sia più!
Ed, invece, era il periodo di Tangentopoli e nacque questa Commissione per riformare l'articolo 68 della Costituzione e ciò avvenne perché l'utilizzo di questa guarentigia parlamentare si era trasformato da immunità in impunità "da Prima Repubblica".
La richiesta di autorizzazione a procedere - anche per episodi che nulla avevano a che fare con l'attività parlamentare - veniva, negli anni precedenti, regolarmente respinta.
La riforma costituzionale del 1993 - e la successiva giurisprudenza costituzionale - hanno chiarito che l'immunità riguarda solo l'ambito delle attività parlamentare e la sfera politica circoscritta e non qualunque altra cosa.
Oggi chi vuole allargare di nuovo l'immunità lo fa in malafede: l'attività politica come un lasciapassare. Mai avrei pensato che si creasse la temperie politica per provarci!
- luciano's blog
- Login per inviare commenti
Commenti
L'immunità parlamentare...
In linea di principio non sono contrario. Il mio ricordo "scolastico", è legato alla prerogativa necessaria per il politico di esprimersi liberamente. Certo che la possibilità di farsi i fatti propri, coperto dall'assemblea eletta dal popolo italiano, mi sembra un po' troppo...
In linea di principio non sono contrario al "lodo Alfano". A un patto. Alla fine del mandato non ti candidi e ti metti a disposizione della magistratura. Troppo oneroso? Prendi la marmellata con il cucchiaio... con le dita ci si sporca.
Tornando a bomba, potrebbe essere stata pensata come una "stampella" al "cassato" lodo Alfano?
La malafede, in ogni caso, è palese. La storia italiana è ricca di fatti giudiziari che farebbero rizzare i capelli a Cesare Ragazzi e, nascondersi dietro al famigerato dito, non giova al rapporto con l'elettorato.
Anche se, l'elettore, ha la memoria corta, a ciclo continuo con sovrascrizione... a norma di legge sulla riservatezza dei dati personali.
In Valle siamo decisamente più avanti!
Grazie al nostro particolarismo, abbiamo al Governo un presidente finito in carcere e condannato a risarcire i danni alla Regione per candidarsi (il penale è stato archiviato per prescrizione dei termini si non sbaglio...), un assessore alle finanze travolto dallo scandalo dei ritiri che si appresta a doppiare con il palazzetto di Champoluc (ma apre i convegni su etica e politica!) e, oltre a segretari particolari e responsabili di uffici stampa dai trascorsi giudiziari assolutamente noti, ci accingiamo a vedere un altro "pezzo da novanta" del panorama giuridiziario valdostano accomodarsi sulla poltrona di guida della riconversione della caserma "Testafochi". La nostra autonomia rende i nostri politici immuni da qualunque vicenda giudiziaria: all'assemblea dell'Arev di qualche mese fa il presidente della Regione aveva dichiarato pubblicamente quanto emerso dalle intercettazioni (e meno pubblicamente l'ha fatto durante tutta la campagna elettorale!) ma per la magistratura «non era a conoscenza dei fatti».
Certo, come lo sono tutti i dirigenti dell'agricoltura e dell'Anaborava che hanno iscritto le bestie sospette nei registri senza battere ciglio, tutti quelli che hanno erogato i contributi senza verificare...