Quel Muro

muro_berlino.jpgIl Muro di Berlino merita la maiuscola, perché era un simbolo. Chiunque legga la storia dell'edificazione e delle successive vicende, sino allo smantellamento - per così dire - di vent'anni fa, ricorda quegli anni della "guerra fredda", che hanno gravato sulle generazioni come la mia.
Più crescevi e maggiore era la consapevolezza non solo di quanto - oggi come allora - fossero ridicole le manifestazioni per la pace (che trasformano i più piccoli nell'equivalente dei "balilla" dell'epoca fascista e che prefigurano l'esistenza di qualcuno che dichiari di essere "per la guerra"), ma soprattutto nasceva la convinzione di come l'arma nucleare fosse, alla fine, nelle mani di potenze capricciose, di cui il muro era esempio tangibile.
Oggi, per altro, come mostra il caso dell'Iran, il "club della bomba atomica" si sta allargando e ci sono potenze che hanno la bomba e non sono per nulla rassicuranti.
Il 9 novembre del 1989 era un giovedì: a naso direi che ero a Montecitorio per il mio lavoro da parlamentare, anche se, stamattina, non ho avuto il tempo di guardare se e quando parlai di quella giornata storica, capitale nei destini della storia odierna.

Commenti

Valori...

Le celebrazioni a volte lasciano il tempo che trovano, a volte invece servono proprio come ammonimento a non ripetere gli errori del passato. Quest'anno, per la prima volta, ho assistito alla "Cerimonia del 4 novembre" in piazza Chanoux.
Può piacere o non piacere ma è un dato di fatto che le forze armate siano una parte importante dello Stato e che svolgano un lavoro fondamentale per l'esistenza dello stesso. In un'epoca che non conosce più valori, ascoltare l'inno nazionale con i rappresentanti dei diversi corpi in divisa ufficiale e sull'attenti mi ha resa orgogliosa di loro e del loro operato. Tutto è migliorabile, tutto è contestabile, ma ci vuole comunque rispetto.
Ho trovato di pessimo gusto fare sfilare in nome della pace, l'indomani della manifestazione, i bambini (inconsapevoli) in piazza. Tempo e luogo per ogni cosa, non è giusto ridicolizzare per puro populismo, una festa nazionale e i nostri militari.
Non credo che nessuna di quelle persone in divisa fosse lì per promuovere un chissà quale spirito guerrafondaio. Temo invece che coloro che hanno promosso la "marcia per la pace" il giorno successivo, e con quelle modalità, promuovessero ben altro che la pace: la ridicolizzazione di una celebrazione a ricordo della fine della prima guerra mondiale e l'ennesimo schiaffo alla festa dell'Unità nazionale.

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