Parlamento

montecitorio_esterno.jpgNelle quattro Legislature a Montecitorio penso di aver approfondito il funzionamento della Camera dei deputati e anche del Senato della Repubblica, avendo potuto frequentarlo sia quando ero Sottosegretario ma anche, più ordinariamente, attraverso le Commissioni bicamerali, dove siedono assieme deputati e senatori. Da allora, credo con cognizione di causa e non per un istinto corporativo, difendo la democrazia rappresentativa.
L'attacco di ieri alle Camere del Presidente Silvio Berlusconi conferma l'esistenza in Italia di una corrente trasversale (a destra come a sinistra), demagogica e populista, antiparlamentarista, che ha avuto il suo culmine in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, tornando vivace in questi anni nella polemica, a tratti ossessiva o "da bar", sulla "Casta".
Intendiamoci: non che non ce ne siano le ragioni. Oggi solo un imbecille potrebbe difendere a spada tratta la classe politica e io stesso potrei elencare storture e vergogne. Ma del regime parlamentare, migliorabile e da rendere più efficace, certamente non si può fare a meno, essendo uno dei pochi antidoti ad ogni voglia, vera o presunta, di autoritarismo.
Un uomo solo al comando è una situazione da evitare.

Commenti

Evito...

di commentare l'ennesimo show del Presidente del Consiglio, nel 1996 la Bicamerale presieduta da Massimo D'Alema aveva fatto un ottimo lavoro, il traguardo era imminente tanto che il tentativo di Antonio Maccanico di formare un Governo di transizione e di riforma era considerato il punto di partenza di un processo di riforma che finalmente prendeva corpo.
Fu lo stesso Napoleone Berlusconi che fece saltare tutto perchè i sondaggi erano dalla sua parte, oggi fa la vittima e si dice privo di poteri... evidentemente non ha la memoria di un diciottenne!

Però...

condivido la riduzione di numero dei parlamentari e regole di lavoro più precise. Il Parlamento non è inutile (non credo lo pensi neanche Berlusconi) ma va riformato.
Chiaramente non a senso unico.

Ha ragione Andrea...

nel raccontare vicende che ho vissuto da vicino: uno "snellimento" del Parlamento - compresa la differenziazione del bicameralismo - è già nelle carte!

Non aprite quella porta

Povera Italia. Se Cossiga picconava, Berlusconi cosa fa? Chissà. Si accettano suggerimenti. Comunque, sull’ultima esternazione cavalleresca l’unica possibilità è sorvolare. Fiato sprecato. Il Primo ministro parla (o, anticipando la smentita del suo Ufficio stampa, finge di parlare, ma viene frainteso) quando un sondaggio lo avvalla, palesando che le sue parole incontreranno il gusto di una robusta maggioranza di italiani. Prova ne è il fatto che, su una miriade di temi, il centrosinistra non provi nemmeno più a rintuzzarlo, poiché consapevole di quanto, facendo veramente opposizione (ciò che, in fondo, sarebbe), finirebbe solo con il risultare più impopolare dei deliri stessi di Berlusconi.

Un esempio? Fassino, qualche puntata fa di “Ballarò”, che si incaponisce su come il vero problema dell’Esercito nelle città sia nell’esiguo numero dei militari destinati a questi servizi. Ohibò, quindi l’idea, di per sé, non è da buttare? Quindi, il Partito Democratico, se fosse stato al Governo, avrebbe affrontato il tema della sicurezza attuando la stessa soluzione, ma utilizzando molte più truppe? Complimenti. Forse le parole spese dalla sinistra, nel tempo, sull’esercito di sua Maestà nelle strade di Belfast non andavano esattamente in questa direzione, ma si sa, ognuno fa fuoco con la legna che ha e quella a disposizione in Italia sembra essere piuttosto umidiccia ultimamente.

Ad ogni buon conto, sulla vicenda “Giudici estremisti e Parlamento inutile” un aspetto che merita un’analisi esiste e, se possibile, è forse più delicato della sostanza stessa dello sproloquio del Premier. Vogliamo parlare delle reazioni dei due primi interessati, ovvero i Presidenti delle Camere? Fini, ormai, non fa più notizia nel difendere Costituzione e valori fondanti. Il suo quotidiano ergersi a ultimo baluardo della democrazia altro non è che il minuzioso consolidamento di una situazione per cui, tra qualche tempo, individuare nell’ex leader di An il futuro Presidente del Consiglio sarà scelta talmente naturale dal risultare pressoché obbligata. Silvio e Gianfranco litigano? Nossignore, vanno più d’accordo che mai. Semplicemente, in pubblico giocano a “sbirro buono e sbirro cattivo”. I fessi siamo noi a non accorgercene.

Nelle intenzioni di Renato Schifani, invece, c’era probabilmente un gioco di squadra di marca “azzurra”. Però, la sua freccia è finita talmente fuori dal bersaglio da far dubitare al mondo intero che Guglielmo Tell sia mai esistito realmente. Il Presidente di una camera parlamentare, nel commentare un episodio che comunque coinvolge cariche ed istituzioni tra le più importanti dello Stato, non può e non deve permettersi una visione di parte. La democrazia è a monte della politica, è la sorgente del fiume di cui i partiti sono la foce. Schifani, oggi, non è più il presidente dei Senatori di “Forza Italia”. Riveste un ruolo per cui è chiamato a tutelare anche chi non si riconosce nel PdL. Pertanto, sostenere che quella di Berlusconi è “una battuta senza alcun giudizio di valore” è come se Obama spiegasse che, alla fine, l’Apartheid un minimo di ordine sociale lo garantiva.

Cosa delude davvero della classe politica di oggi? Cosa fa sì che, in questo Paese, non sia così difficile alzarsi con il magone, o esserne assaliti pochi minuti dopo l'Eutirox del mattino (per chi non lo prende: dopo il caffè)? Non tanto l’impreparazione di alcune delle persone che siedono al Governo, o in Parlamento. Tutti, con maggiore o minore coscienza, abbiamo dei limiti e l’Italia non ha avuto solo aquile alla sua guida, bisogna dirselo con franchezza. E’ lo spregio delle regole, continuo e molesto, ad offendere. E’ questa maledetta pantomima per cui se un’assurdità la dice qualcuno di opposizione, allora è tale, mentre se esce dalla bocca di un compagno di partito o coalizione, a seconda dei casi e delle convenienze, è un’innocua battuta, oppure una verità talmente grande da essere stata esclusa per puro caso dalle dodici Tavole. La democrazia è fatta di elementi imprescindibili. Pensare di poterli mettere in discussione come dei comma qualsiasi di una legge ordinaria equivale ad aprire una porta su un baratro. Non c’è che dire: Schifani non solo l’ha spalancata, ma ci ha fatto anche fare un bel passo in avanti.

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