Arrivano i nostri...
Vincono i buoni o i cattivi, s'impongono gli intelligenti o gli stupidi, hanno più spazio gli onesti o i disonesti?
Evitando le certezze del diritto e i principi evangelici e limitandoci - terra a terra - ad anni di favole raccontateci da bambini, di fumetti alla Tex Willer o alla Billy Bis dell'Intrepido, di film western o d'azione con eroi positivi e storie a lieto fine (magari con l'«arrivano i nostri»...) - ammessa la presunzione di appartenere all'aggettivazione 1 e non 2, che non può certo essere basata sulla sola autocertificazione - confesso che ogni tanto le mie granitiche convinzioni esistenziali e morali sono scosse dal più profondo in attesa, di volta in volta, dell'epilogo finale.
Per fortuna c'è Totò.
Ricordo tre sue battute.
La prima: «Tutti i giorni lavoro, onestamente, per frodare la legge».
La seconda:«Lei è un cretino, s'informi».
La terza:«Caporali si nasce, non si diventa».
- luciano's blog
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Commenti
E' la somma...
che fa il totale.
Mancava...
Grazie!
A questo punto...
aggiungo l'aforisma sugli apparentamenti.
«Sono come le scarpe: più sono stretti e più fanno male».
Lo trovo... calzante
La frase, sempre scolpita con arguzia, direi che rappresenta bene - come si potrebbe dire - i... paté d'anima.
Quarta battuta...
C'è una quarta battuta che ricordo sempre volentieri e che è la seguente:
«e io pago...»
E...
«Io sono un uomo di mondo... ho fatto tre anni di militare a Cuneo!»
E ancora...
«Noio volevan, volevon, savuar, noio volevan savuar l'indiriss, ia?»
Conosco...
francofoni locali con ruolo annesso, di cui non direi i nomi neppure se torturato da Condoleeza Rice in persona, della medesima fatta come espressività.