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15 apr 2009

Terremoto

di Luciano Caveri

L'ennesima tragedia annunciata in un Paese sismico come l'Italia. Accanto allo sciame di scosse di assestamento, ci saranno le polemiche, destinate poi ad essere dimenticate sino al prossimo terremoto. Pensate alla contraddizione: anni fa la Valle d'Aosta, dove i terremoti sono rari e mai distruttivi, è stata, per decreto del Presidente del Consiglio dei Ministro, classificata in una graduatoria più elevata del dovuto anche se relativamente flebile (tecnicamente tre sono in "zona 3": Courmayeur, Pré-Saint-Didier e Valtournenche ed i restanti in "zona 4") e ciò ha comportato costi non indifferenti nelle progettazioni. Le zone storicamente sismiche invece, in barba a queste classificazioni che temo vengano prese sul serio a seconda delle coscienze degli amministratori, sembrano ogni volta scoprire di essere alla mercé dei terremoti. Il terremoto è brutto: l'ho vissuto da bambino, più volte, ad Imperia, una zona a forte sismicità. Fa impressione il mondo che sobbalza. Si accende qualche cosa di atavico e nascosto che crea un'angoscia dell'ignoto, come quella che le povere popolazioni abruzzesi stanno vivendo.