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05 gen 2024

Saldi, saldi, saldi

di Luciano Caveri

Tanti anni fa mi occupai della legge regionale sui saldi. Fenomeno commerciale e sociale di grande interesse. Fare saldi" ha il significato di pareggiare i conti, ovvero far coincidere la differenza tra le entrate e le uscite del commerciante, motivo per cui si trovano appunto in saldo i prodotti che non sono stati venduti a fine stagione. L'obiettivo è dare impulso ai consumi e svuotare i magazzini dei negozi con lo smaltimento delle vecchie collezioni, nel caso dell'abbigliamento, così che i negozianti possano fare spazio ai nuovi prodotti. Per imprinting materno sono attento ai saldi. Mia madre d’estate ad Imperia costringeva in periodo di saldi noi bambini, mio fratello ed io, a stremanti giri nei negozi, quasi sempre gestiti da suoi amici d’infanzia. Brunilde, questo il nome di mia mamma, ingaggiava battaglie per gli sconti di cui mi vergognavo moltissimo. Con il tempo ho capito che faceva parte di quel carattere di chi nasce sul mare, dove c’è un porto. Facciamo un pizzico di storia: i saldi sono apparsi con l’avvento dei primi grandi magazzini nel XIX secolo. Il loro “inventore” è un certo Simon Mannoury, che ha fondò nel 1830 il primo grande magazzino di Parigi, il "Petit Saint-Thomas", diventato in seguito "Bon Marché" nel 1852. Il marchio esiste ancora oggi e ricordo che qualche tempo fa era entrato in una procedura fallimentare. Il geniale signor Mannoury è stato un vero pioniere: nei suoi magazzini ogni capo aveva il prezzo ben visibile su un cartellino e, a fine stagione, organizzava i saldi per svendere le scorte di prodotti invenduti della passata stagione a prezzi stracciati. L’origine dei saldi in Italia risale al 1939, durante il periodo fascista con una legge che prevedeva di normale le vendite straordinarie e quelle di liquidazione, ma senza una fissità dei periodi dei saldi. Nel dopoguerra spettava alla Camere di Commercio (in Valle d’Aosta all’Assessorato regionale) regolare la materia sino alla legislazione, attestatasi su questa logica: quattro settimane e due volte l'anno. Non più saldi a caso, ma quando lo decide il Governo. Altre nuove regole sono arrivate nel 2005. Il Codice del consumo prevede: l'obbligo di esporre il prezzo della merce prima e dopo lo sconto, l’indicazione del ribasso con la percentuale e la possibilità di cambiare i capi difettosi. Regole che sono in vigore ancora oggi. Ricordo, quando seguii il dossier, discussioni fortissime sul tema, che dimostrano, per altro, come il tema fosse caldo. Anticipare, posticipare, regolamentare in maniera più lassa o più stringente? Proprio per via della legge quest’anno la Valle d’Aosta non ha potuto aderire alla scelta delle Regioni di smettere di avere date differenziate e adeguarsi a date unificate per evitare concorrenza fra Regioni, specie se limitrofe. La tendenza, però, sarà quella della liberalizzazione e che sia il mercato – come ritengo utile – a regolarsi da solo, immaginando un ruolo intelligente del consumatore. Molto infatti è cambiato e le iniziative promozionali di fatto sono sempre viventi nelle due realtà affacciatesi nel settore delle vendite. La prima è quella degli Outlet, una vendita nata negli Stati Uniti, allargatasi anche in Italia, con una modellistica abituatasi a standard europei (lo posso testimoniare, avendo visitato strutture negli States), nata una trentina di anni fa e sparsa ormai sul territorio. Sono villaggi nati dal nulla con negozi di varie marche, che vendono prodotti a prezzi interessanti con formule promozionali di fatto viventi tutto l’anno. Faccio acquisti anch’io in queste strutture, che hanno il pregio di raccogliere prodotti merceologici di varia natura, concentrati in un luogo ristretto, che ha finito per essere non solo luogo di acquisti ma anche di svago. L’altro fenomeno impressionante sono le vendite on line, che hanno creato un mercato mostruoso, a cui credo ormai tutti attingano e questo crea una concorrenza al commercio tradizionale. Tant’è che molti negozi hanno creato, rispetto anche ai periodi dei saldi, vendite sul Web, ma certo concorrere con dei giganti, che spuntano prezzi di acquisto su quantitativi enormi, è un’impresa mica da ridere. La comodità di ricevere il materiale a casa e la possibilità dei resi gratis (vantaggio che finirà presto per i costi eccessivi in capo alle aziende) è evidente. Insomma: un mondo che cambia e di questo bisogna prendere atto. Non è facile oggi, rispetto alla desertificazione di molti centri piccoli e grandi per via della chiusura dei negozi tradizionali di prossimità, trovare formule concrete e non frutto di idee fantasiose o progetti verbosi (proposte solo a parole…).