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15 mar 2020

La prova si fa sempre più dura

di Luciano Caveri

Esistono per me due mondi rispetto al "coronavirus", questa minuscola creatura che minaccia le nostre vite. Il primo è stato ben rappresentato da chi ha passato settimane a sottostimare gli eventi ed anche in Valle d'Aosta ha passato il tempo a dire «venite in Valle d'Aosta, perché da noi non ci sono pericoli», cui bisogna associare anche chi alzava le spalle e affermava «poco più che un'influenza». Dall'altra c'era chi, come chi scrive, non capiva certo ottimismo latente e cercava di scavare negli avvenimenti, avendo l'impressione che ci fosse un'evidente "dietro le quinte" e soprattutto che non ci fosse neppure da noi un'organizzazione pronta e decisori in grado di affrontare gli eventi. Quando, ad esempio, sentivo che non c'erano a disposizione i celebri tamponi necessari per accertare la malattia ti chiedevi legittimamente chi fosse alla guida del pullman su cui siamo tutti imbarcati.

Ma verrà il tempo, dopo l'emergenza, per capire e non è il momento del "j'accuse", perché ora bisogna andare tutti nella stessa direzione e digerire con civismo le scelte di misure draconiane per bloccare questo virus. Ho letto con interesse un vero e proprio dossier predisposto sul "coronavirus" da Xavier Olessa-Daragon e Fiene Marie Kuijper sul link del "Grand Continent" e devo dire che la loro sintesi, tratta dal vasto materiale esistente e da loro stesse valutazioni, assume un interesse generale. Ricordo che questo gruppo di giovani studiosi è capitanato da un valdostano, Gilles Gressani. Tutto parte da un assunto, che può pure dispiacere, ma che resta sotto gli occhi di tutti noi: «Le basculement vers le stade pandémique ne saurait tarder. Pourtant, il ne faut pas paniquer». E' opportuno essere realisti, ma mai catastrofisti: da una crisi di questo genere si entra con sequenze anche drammatiche, ma poi si esce e bisogna mantenersi calmi, pazientare e non demordere. Contando, però, sulla fiducia nella ricerca medica e su misure draconiane per bloccare la diffusione del virus e su questo, senza far mancare quel senso generale di unità che deve scandire ogni momento, resta evidente - leggendo i testi dei decreti - come il Governo Conte non si sia mostrato all'altezza e qualche potere locale si sia dimostrato altrettanto pasticcione. Non bisogna su questo essere omissivi, però e e lo ripeto ancora lo sforzo dev'essere comunque quello di remare tutti nella buona direzione con qualche scongiuro sul fatto di non finirci di mezzo. L'altro giorno su "Twitter" - apro e chiudo una parentesi - ho scritto una cosa su che riguardava la follia dell'affollamento degli impianti di risalita che suonava così con una vena ironica: «A sciare ai tempi del "coronavirus" c'è chi aborrisce telecabine e funivie, rimpiange i vecchi skilift e guarda con sospetto i compagni di seggiovia». Un tizio, profittando del profilo "Twitter" della moglie, mi ha insultato, dandomi del privilegiato, mentre lui si trova - non so cosa faccia - «in trincea». Diceva che questo mio essere privilegiato (chissà per cosa, poi) è destinato a finire, come per adombrare che dovrei ammalarmi come contrappasso, che mi pare esagerato anche se gli sto antipatico. A parte un evidente mancanza di ragionevolezza, credo che ognuno - me compreso con questo blog e con il lavoro alla "Rai" - faccia quel che può in questa fase e sono grato a chi opera in prima linea, ma questo non consente di insultare gli altri con livore per togliersi un sassolino dalla scarpa accumulatosi nel tempo. Ma dicevamo del dossier con spunti come questo: «De manière générale, en plus du taux de mortalité on peut noter quatre grandes différences entre le "covid-19" et la grippe. Tout d'abord, la population cible est différente. La grippe infecte surtout les enfants, chez qui elle est très peu létale, et moins les personnes âgées chez qui elle l'est beaucoup plus. "Covid-19", quant à lui, infecte très peu les enfants. Malgré sa mortalité accrue chez les plus âgés, il cause également des cas sévères chez les moins de 65 ans, ce que la grippe fait très rarement. Le "Sars-CoV-2" est ensuite significativement plus infectieux que la grippe, son R0 étant de 2 à 3, voire 4, contre 1,3/1,4 pour la grippe. Cela explique sa propagation beaucoup plus rapide et l'échelle de temps réduite de l'évolution de la situation par rapport à la grippe. En plus d'être plus contagieux, il cause plus de cas sévères, constituant un poids pour le système de santé et le vécu des malades. Enfin et surtout, le "Covid-19" et la grippe se distinguent par notre connaissance du virus. L'évolution de la situation est ainsi bien plus imprévisible, et nos systèmes immunitaires, pour la plupart naïfs pour le "Covid-19", sont particulièrement démunis. Contrairement à la grippe, nous ne possédons par ailleurs pas encore de vaccin ou de traitement curatif contre le "Covid-19". Cette absence d'options thérapeutiques contribue largement à l'anxiété associée au "Covid-19"».
Interessante è anche una riflessione sulla durata della storia: «Il est très difficile de faire des projections et des anticipations avec une confiance significative. À l'échelle française on peut avec beaucoup de recul et de précaution anticiper un passage très prochain en phase épidémique, puis une désescalade progressive d'ici environ 8 semaines. À moyen terme, l'épidémie pourrait ensuite montrer une certaine récurrence avec l'apparition brutale de foyers hétérogènes de cas allant de quelques-uns à quelques dizaines voire plusieurs centaines, avec une redescente soudaine du nombre de cas. Ces nouveaux cas venant potentiellement de pays faisant office de réservoirs car leurs systèmes de santé ne leur permettent pas d'endiguer l'épidémie. À l'échelle mondiale on peut anticiper une progression de l'épidémie aux États-Unis, dans toute l'Asie ou presque à partir de la Chine et la Corée du Sud, et au Moyen Orient à partir de l'Iran». Infine stralcio un altro brano sulla questione attesissima dei vaccini: «Plusieurs dispositions exceptionnelles permettant une mise au point accélérée d'un vaccin ont été accordées à plusieurs grandes entreprises pharmaceutiques. Cependant, il n'existe à l'heure actuelle pas de vaccin et il n'en existera probablement pas à court ou même à moyen terme. Par ailleurs un vaccin requiert plusieurs semaines avant de mettre en place chez le patient des défenses immunitaires efficaces contre l'agent pathogène et est donc un moyen de prévention et non d'arrêt d'une épidémie. En parallèle du vaccin, de nombreux essais s'intéressent à l'utilité de molécules "curatives". En effet, il existe des molécules thérapeutiques efficaces contre certains virus qui agissent rapidement et peuvent être utilisées en phase aiguë d'épidémie pour traiter des malades déjà infectés par le virus. C'est le cas par exemple des molécules utilisées en tri thérapies contre le VIH ou du tamiflu (Oseltamivir) utilisé pour traiter certains patients infectés par certaines souches de la grippe. La différence est qu'un vaccin va agir indirectement en induisant la formation d'une réponse immunitaire spécifique du virus là où ces molécules antivirales vont directement aller bloquer l'action de protéines essentielles au fonctionnement du virus et donc l'empêcher directement d'agir». Bisogna tenersi informati, che resta un modo intelligente per capirne di più, sapendo i danni che questo "coronavirus" sta facendo. La prova che stiamo vivendo in Valle d'Aosta si farà sempre più rude e bisogna assolutamente dire la verità ai valdostani senza nulla celare.