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09 mar 2020

Pensare ai più giovani

di Luciano Caveri

Spiace dover tornare sul "coronavirus". Ci provo ad uscire dal gorgo, ma poi capita di doverci rientrare, perché la normalità è davvero sepolta dagli eventi in corso. Vorrei cambiare prospettiva, domandandomi quale possa essere l'approccio che questo virus possa avere sui giovani e giovanissimi. La mia generazione, cresciuta nell'epoca delle vaccinazioni di massa contro mostri ancora ben visibili come poliomielite e tubercolosi, ha ben presente certo passato ed i nonni e le persone anziane risalivano ancora più indietro a descrivere i fantasmi delle malattie. "Telefono Azzurro" ha creato un apposito decalogo per spiegare ai bambini e agli adolescenti il "coronavirus".

Lo ricopio:

Prima di introdurre l'argomento del "coronavirus" con i bambini e gli adolescenti, o di condividere notizie, assicurati di esserti informato sufficientemente e tramite fonti attendibili. Supervisiona, per quanto possibile, l'esposizione dei più piccoli alle notizie a riguardo, prevenendo la sovraesposizione e il controllo eccessivo della situazione. Cerca di trovare il tempo e la tranquillità necessari per stare insieme ai tuoi figli ed offri loro uno spazio di dialogo. Ascolta tutte le loro domande, anche se ripetitive, insistenti e contraddittorie e rispondi con sincerità. Non fornire troppi dettagli, che potrebbero essere fonti di preoccupazione. Accogli le loro eventuali paure e timori, anche se possono sembrare eccessivi. Anche se non sei in grado di fornire una risposta specifica, l'importante è essere presenti e preservare la stabilità. Utilizza parole adatte alla loro età, scegliendo termini comprensibili per spiegare quello che sta succedendo. Presta attenzione a possibili manifestazioni di paure e di ansia, che possono esprimersi in diversi modi, per esempio, reazioni psico-somatiche o variazioni nel comportamento. Rassicurali sul fatto che la routine non cambierà totalmente. Cerca di mantenere almeno alcune delle vostre abitudini a casa (per esempio gli orari della cena, la visione di un film insieme). Attenersi alle indicazioni regionali e nazionali è molto importante, al fine di permettere azioni di prevenzione efficaci. Allo stesso tempo, è bene permettere momenti in cui i tuoi figli (ed anche tu) possano mantenere i contatti con la propria rete sociale, anche grazie al supporto mondo digitale. Segui i comportamenti indicati dalle linee guida del Ministero della Salute e promuovi la condivisione di queste buone abitudini all'interno della famiglia.

Alberto Pellai è un medico ed uno psicoterapeuta dell'età evolutiva. E' lui l'autore della lettera pubblicata su "Facebook" ed indirizzata alla figlia undicenne «sensibilmente preoccupata per l'allarme "coronavirus"» che ha dato il via al tentativo di spiegare a genitori ed educatori il modo corretto per affrontare l'argomento con i più piccoli, modulando parole e informazioni a seconda dell'età. Anche in questo caso così si riassume:

Raccontare la verità. I bambini hanno bisogno di sapere cosa sta succedendo. Si fidano di mamma e papà ed è da loro che si aspettano, prima ancora che da chiunque altro, spiegazioni e rassicurazioni. E' fondamentale, quindi, per non tradire la loro fiducia, essere onesti e raccontare loro la verità spiegando esattamente cos'è il "coronavirus" e come funziona. Mantenere la calma. Dire a un bambino che il "coronavirus" è un virus ancora abbastanza sconosciuto e che potrebbe essere molto pericoloso (il concetto di pericolo va modulato in base all'età del bimbo), non significa far passare il messaggio che tutti rimarranno vittime del virus e che chiunque ne venga in contatto subirà gravi conseguenze. Significa essere onesti sulla possibilità (remota) che questo accada puntando l'accento, però, sulle maggiori probabilità di guarigione cura. Trasmettere fiducia. I bambini hanno bisogno di sapere che possono stare tranquilli, che tutto andrà a posto e che non c'è nulla da temere. E' importante, quindi, quando si parla di "coronavirus", raccontare anche del lavoro di migliaia di persone che ogni giorno si prendono cura dei malati e dei ricercatori che stanno cercando la cura più efficace. Far intravedere la speranza. Qualunque sia il livello della vostra paura, date ai bambini la speranza. Spiegate loro che tutto si risolverà e le cose torneranno come prima. Il concetto di "emergenza" deve essere vissuto e raccontate come tale. Fornire norme di comportamento. Soprattutto con i bambini più grandi, è importante sfruttare questo momento di condivisione su dubbi e domande per fornire indicazioni generali sulle norme di comportamento da seguire in questi casi: abituate il bambino a lavarsi le mani, sempre prima di mangiare e, comunque, più volte nell'arco della giornata soprattutto rientrando da fuori. Insegnategli a tossire e sternutire nel fazzoletto o coprendosi il naso o la bocca. Spiegategli che è meglio non bere dal bicchiere degli altri, o mangiare da una forchetta non propria. Educateli all'igiene (questi comportamenti, per altro, dovrebbero essere validi sempre, non solo nel caso del "coronavirus").

Aggiungerei, a completamento, un pensiero di Giuseppe Maiolo, psicologo e psicoanalista che afferma: «Il bombardamento di notizie allarmanti contagia gli adulti che non sanno che fare e cosa dire a sé stessi. Men che meno hanno parole tranquillizzanti per i loro figli, in particolare per i bambini, i quali in silenzio e per conto loro si costruiscono pensieri mostruosi e terribili che non osano comunicare a nessuno. A loro invece gli adulti devono parlare». «Pensando a questi bambini - continua il dottor Maiolo - a quelli della scuola dell'infanzia e della primaria che hanno bisogno della sicurezza e della tranquillità dei grandi, ho scritto una filastrocca da leggere ai piccoli, ma anche giocare e mimare insieme soprattutto nei ritornelli. Il ritmo e la musicalità delle filastrocche li aiutano a tranquillizzarsi divertendosi insieme con gli adulti, genitori e insegnanti, che dedicano loro attenzione e tempo».

Una filastrocca per il virus; «Cantiamo insieme come in un gioco Abbiam paura ancora per poco Virus virello non ci provare se ti avvicini io so scappare Coronavirus lo chiaman tutti e molti grandi fan sogni brutti Ti fa paura ed è piccino ma non è proprio un fantasmino Tu non temere piccolo mio l'allarme forte non è un brusio serve per fare con precisione alcune cose con attenzione Lava le mani più volte al giorno e sai che il virus se ne va d'intorno Resta distante da chi ha la tosse anche se sai che non son percosse Copri la bocca se starnutisci e metti le mani quando tossisci Se vedi in giro una mascherina non è di certo una copertina ma un buon modo di preservare chi non vogliamo contagiare così in prigione facciam finire Coronavirus che non può colpire Cantiamo ancora come in un gioco Abbiam paura ancora per poco Virus virello non ci provare se ti avvicini io so scappare Virus virello non ci provare perché sappiam che cosa fare!».

Tempi difficili dai quali non bisogna farsi travolgere.