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18 ago 2019

La tragedia del "Ponte Morandi" e le promesse tradite

di Luciano Caveri

E' tutto in un un link meritevole di attenzione e esempio di buon giornalismo del "Secolo XIX", il giornale storico della Liguria, che più di altri raccoglie ansie e preoccupazioni dei genovesi. Lo trovate qui ed è la straziante - pensando ai morti - dimostrazione delle balle spaziali e delle promesse mancate che si sono dette nell'anno trascorso dal crollo del 14 agosto del 2018 del "Ponte Morandi". Dov'eravate quel giorno? Io ero in Valle d'Aosta a casa mia e, se ricordo bene, sentii la notizia per radio non molto tempo dopo l'evento. Le notizie erano confuse ed il quadro quasi irreale, pensando a quel ponte dov'ero passato tante volte in auto. Ogni volta era un'angoscia pensare di attraversare Genova con quelle gallerie invase dal traffico e quel ponte che, procedendo a passo d'uomo, sentivi vibrare sotto la tua macchina e mi capitava si spiegare ai miei figli che si trattava della dimostrazione dell'elasticità della struttura...

Poi a partire dalle 11.36 di un anno fa, sotto una pioggia incessante in quel giorno alla vigilia del Ferragosto altrimenti gioioso, la verità emerse con il crollo di quei 250 metri di ponte con 43 morti ed un senso di stupore e rabbia per una tragedia così. Seguì il copione classico: chi, come, quando e perché in uno scaricabarile di responsabilità fatto di accuse, perizie, polemiche. A tutt'oggi si attendono gli esiti dell'inchiesta che dovrà di certo portare ad un processo in cui declinare infine con chiarezza le responsabilità degli uni e degli altri. Perché una cosa è certa: gli allarmi sullo stato di salute del "Ponte Morandi" c'erano stati ampiamente e senza dubbio alcuno. La denominazione - lo ricordo - è riferita dall'architetto Riccardo Morandi, che studiò l'aerea struttura in cemento armato inaugurata nel 1967, chiamato talvolta "Ponte di Brooklyn" in riferimento alle similitudini con quel ponte simbolo di New York, che risale addirittura al 1883 e, grazie alla manutenzione, è vivo e vegeto, e questo dice già molto sui sistemi di controllo italiani nel raffronto con gli States. Le paginate dei giornali di questi giorni in occasione del primo anniversario del crollo del ponte sono piuttosto deprimenti e credo che se si dovesse dare un volto che dia il senso delle cose un anno dopo ci starebbe bene la faccia del Ministro dei Trasporti, il grillino Danilo Toninelli. Per la sua incompetenza dovrebbe avere un premio per la vita e l'apoteosi e stata la polemica feroce con i gestori autostradali - in questo caso i Benetton con il gruppo "Atlantia", che dalla privatizzazione delle autostrade ha avuto enormi utili - poi chiamati dallo stesso Governo Conte al capezzale dell'Alitalia in crisi! Una storia triste ed emblematica, quella del "Ponte Morandi", come si vede dal link citato in apertura con le date a fianco alle dichiarazioni dei diversi attori, con l'evidenza scientifica che certe cose dette sono risultate semplicemente false ed ognuno scarica la responsabilità a qualcuno, in uno snervante gioco infinito per nulla nuovo in Italia. Nessuno infatti ha il coraggio di fare ammenda e ammettere che si è in ritardo nella ricostruzione e che le battaglie legali in corso trascineranno la storia degli accertamenti delle responsabilità nel tempo. Così è ed è bene aggiungere anche che qui non c'è solo la "vecchia politica" che ha sbagliato a prevedere una privatizzazione delle autostrade che ha creato un duopolio senza controlli seri, ma anche la sedicente "nuova politica" ha dimostrato di seminare propaganda ed è indegno pensando al sangue versato da persone innocenti.