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28 giu 2019

Autour de nous

di Luciano Caveri

Quest'anno in radio ho ripreso il titolo di una vecchia rubrica che affonda le radici negli esordi della "Rai" in Valle d'Aosta e dunque negli anni Sessanta. Con le mille difficoltà di approvvigionamento di notizie di allora, che fanno sorridere e quasi tenerezza in epoca di Web, i redattori del tempo della "Voix de la Vallée" in onda da sempre alle 12.10 - per un primo periodo da Torino e dal 1968 da Aosta - di tanto in tanto offrivano informazioni dai Cantoni Romandi o dai due dipartimento della Savoia sotto il cappello di "Autour de nous". Lo ricordo come giovanissimo ascoltatore, perché la "Voix" era, nelle case di valdostani, un appuntamento imperdibile all'ora di pranzo. Il rinnovato "Autour de nous" conta su collegamenti telefonici e nelle quattro settimane al microfono ha riguardato il Piemonte per primo e poi verranno la Svizzera Romanda ed appunto Savoia ed Alta Savoia. Credo che si tratti di uno spazio giusto e utile.

I rapporti di vicinato sono un elemento indispensabile e la storia del loro sviluppo del tutto interessante. Con il Piemonte è facile dire: basta raccontare i legami fra comunità walser ai piedi del Monte Rosa e dei contatti fra Valle del Lys e il biellese, per non dire del flusso continuo di rapporti fra la Bassa Valle e il Canavese con cui ci fu dal 1927 al 1945 l'ultimo fra i legami amministrativi sotto la Provincia di Aosta fra loro e l'intera Valle poi emancipatasi in Regione autonoma. Con le vallate piemontesi ci sono interscambi da sempre fra la Val di Champorcher e quella di Cogne, oggi in parte legate anche al territorio del Parco del Gran Paradiso. Lo stesso vale verso la Svizzera, da dove i walser arrivarono, ma ci sono attestati contatti continui fra le vallate del Rosa e i territori vallesani limitrofi e ciò vale naturalmente per tutta la vasta zona che comprende anche il Cervino, il colle del Gran San Bernardo (e gli altri colli di collegamento) sino alla Val Ferret. Verso l'Alta Savoia e la Savoia vale la stessa logica con il Monte Bianco, il traforo sottostante, il Piccolo San Bernardo e gli altri collegamenti che riguardano le vallate del Parco del Gran Paradiso, compreso il gemello Parco della Vanoise. Le ferite della storia, cioè frontiere e confini, hanno seguito il via vai dei regimi politici e si va dai tempi remoti (e ormai le radici celtiche sono una realtà forte che si svela sempre più) agli sviluppi delle occupazioni romane lungo le strade consolari sino al ruolo di Casa Savoia ed ai passaggi dalla storia moderna a quella contemporanea. L'affermarsi di uno spirito europeista, dopo la Seconda guerra mondiale, ha trovato dagli anni Novanta in poi lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera, oggi territoriale, seguendo il filo di accordi prima del Consiglio d'Europa e poi dell'Unione europea. Me ne sono occupato a lungo e sono preoccupato che i rigurgiti nazionalisti danneggino i rapporti Oltralpe che sono indispensabili sotto il profilo economico e culturale. Ma perché questo non avvenga, nel solco del passato comune e del ruolo di ponte della Valle d'Aosta e dei valdostani, bisogna spingere su nozioni elementari di geografia e di storia per evitare che chi ci somiglia e vive a due passi da noi venga considerato quasi sconosciuto nel paradosso della logica statalista che per creare legami statuali dimentica i rapporti di prossimità e la loro indispensabilità a favore di identità comuni improbabili. In molti questa coscienza è forte, in altri i rapporti di vicinato si limitano a gitarelle fuori porta, quando invece con chi ci vive vicino bisogna non solo avere rapporti politici perché abbiamo gli stessi problemi concreti da risolvere per l'affinità dei territori, ma perché sarebbe ridicolo non avere rapporti seri e continuativi con chi e di fatto nostro vicino di casa. Tra l'altro sarà banale ricordarlo ma certe difficoltà (con la Savoia i collegamenti d'inverno sono complessi, se non sci ai piedi) e certi costi (i tunnel) oggi sono relativizzati da tutte quelle nuove tecnologie che avvicinano le persone, consentono di lavorare sui dossier e non obbligano a spostarsi tutte le volte.