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26 feb 2019

"Élite": parola su cui riflettere

di Luciano Caveri

Mamma mia che strana situazione in cui siamo sprofondati! Viviamo in un mondo talmente fuggente che persino l'uso delle parole rischia talvolta di diventare distorcente per una loro modificazione sostanziale che si afferma nel tempo, ma si sa che nella semantica - che studia il significato delle parole - ci sono dei salti bruschi frutto di una evoluzione di cui ci si può lamentare ma bisogna limitarsi a prenderne atto. Pensiamo al francesismo "élite" al singolare o al plurale. Il sito "La Toupie" ricorda l'etimologia, che è semplice: "du latin eligere, choisir, trier, élire". E poi cristallizza il significa di un tempo: "Au sein d'un groupe ou d'une communauté, l'élite est l'ensemble des individus considérés comme les meilleurs, les plus dignes d'être choisis, les plus remarquables par leur qualité. Exemple: une troupe d'élite, un tireur d'élite, l'élite intellectuelle. L'élite est une minorité qui se distingue du groupe auquel elle appartient et à laquelle on reconnaît une supériorité, une autorité morale".

Così aggiunge l'italianissima "Treccani": "élite ‹elìt› sostantivo femminile, francesismo (femminile sostantivato di "élit", antico participio passato di "élire, scegliere"). L'insieme delle persone considerate le più colte e autorevoli in un determinato gruppo sociale, e dotate quindi di maggiore prestigio: "l'élite della società o di una società"; "l'élite intellettuale della città, del Paese"; "fare parte dell'élite o di una élite"; come locuzione aggiuntiva, "d'élite", "destinato a una élite", e quindi particolarmente scelto o raffinato: "uno spettacolo d'élite" (vedi anche "elitario"). In particolare, nella sociologia di Vilfredo Pareto (1843-1923), gli individui, più capaci in ogni ramo dell'attività umana, che, in una determinata società, sono in lotta contro la massa dei meno capaci e sono preparati per conquistare una posizione direttiva". Ma sempre "La Toupie" aggiunge l'avvenuta trasformazione, direi persino agli antipodi delle origini della parola: "mot "élites", au pluriel, est utilisé avec une connotation négative lorsque l'accent est mis sur la domination d'une catégorie sociale sur les autres et la contestation de sa légitimité". Questa l'evidente differenza con il passato: "Dans l'Antiquité, l'élite est liée à la recherche de la perfection esthétique, de l'exemplarité spirituelle (Grèce) ou citoyenne (Rome). Au XVIIe siècle, l'élite est composée des "honnêtes hommes", avec pour fondement la mesure et l'élégance, avant de céder la place aux élites "économiques" au XIX et XXe siècle". Affondiamo perciò in un altro francesismo anch'esso diventato con il passare degli anni spregiativo: "L'élitisme est une attitude ou un système politique qui cherche à former ou à sélectionner une élite au détriment des autres membres du groupe, de la communauté ou de la société. Il privilégie l'accession des individus considérés comme les meilleurs aux postes de responsabilité". Ma esiste un prima, che traghetta al poi: "L'élitisme est, initialement, une valeur républicaine dans la mesure où il a pour but de permettre aux citoyens les plus talentueux d'effectuer des carrières qui, sous l'Ancien Régime, étaient réservées aux détenteurs de titres de noblesse. Il s'est traduit notamment par la mise en place d'un système de bourses pour les enfants d'origine modeste et par la création de la filière des grandes écoles ouvertes à tous. L'élitisme républicain a toutefois montré ses limites dans la mesure où la maîtrise de la langue française et les réseaux sociaux sont restés de puissants facteurs de discrimination. Depuis la fin du XXe siècle, le terme "élitisme" prend souvent une connotation négative en soulignant une attitude qui tend à défavoriser la masse et qui instaure un clivage entre dirigeants et dirigés". Questo è un punto cardine nella polemica populista contro "élites", "poteri forti", "lobbies", multinazionali, "grandi cupole" e via di questo passo. Il "Male assoluto" prende queste forme, cui si possono associare massonerie varie, "gruppo Bindelberg", internazionali cospirative, "Soros e c.". Esiste un complottismo paranoico che scende poi verso il basso con disprezzo verso la cultura e lo studio come elemento che turba logiche egualitaristiche di democrazia diretta che naturalmente corre sul Web. Sommessamente - molto sommessamente - credo che, fatta salva la libertà di credere in qualunque disegno malvagio e schierarsi contro qualunque forma si ritenga pericolosa, vorrei sdoganare "élite" dalla gabbia in cui è stata chiusa e pensare, ad esempio, che in una realtà piccola come la Valle d'Aosta avere un'élite (non "élitaria", scusate il calembour) che sappia affrontare i temi veri ed i problemi concreti non sia un'eresia in un periodo di spappolamento della politica tradizionale.