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19 feb 2019

San Valentino, da non dimenticare...

di Luciano Caveri

Verrebbe voglia di partire dal poco "politicamente corretto" e noto passo della "Genesi": "«Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo […], ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa perché dall'uomo è stata tolta». Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne". Eviterei di raccontare l'episodio così espresso il giorno di San Valentino, compreso quel suo proseguimento che ascrive a qualche responsabilità femminile la brusca uscita dal "Paradiso Terrestre".

A soccorrerci, semmai, ci sono profluvi di frasi ammiccanti e poesie adatte che ci possono far fare bella figura. Partendo, beninteso, da un assunto assoluto: per l'universo femminile questa giornata - per noi uomini del tutto priva di meriti particolari - è da non dimenticare. Visto che noi abbiamo la memoria corta, è per questo che San Valentino viene evocato in vario modo ammiccante proprio dalle nostre partner che non sopportano quella nostra smemoratezza per date oggettivamente significative o socialmente significative. Per cui chi - maschio - leggesse questo post vale il detto "uomo avvisato, mezzo salvato". In caso di reticenza o dimenticanza bisogna soprattutto evitare la solita giustificazione puerile sulla reale validità di un San Valentino sponsorizzato da marche di cioccolatini, di gioielli, di viaggi e via di questo passo. Meglio organizzarsi con una logica riparatrice dell'ultimo minuto, piuttosto che infilarsi in questa strada a fondo cieco. Anche perché San Valentino ha radici profonde, che non si possono disconoscere, come dice il sito dei Santi: "La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un'unione allietata dai figli". Trovo del tutto fantastica questa capacità che c'è stata nel cristianesimo di non buttare via nulla di quanto pregresso, ma vestendolo di una veste diversa da certa spregiudicatezza pagana. Per cui - per essere chiari - non ci si deve poi stupire che, nei fatti, avvenga l'esatto contrario con il passare del tempo, quando certe ricorrenze diventano poi oggetto di goffe trasformazioni, come gli eccessi commerciali di San Valentino che oscurano quel messaggio moraleggiante nato da radici licenziose da occultare. Tuttavia, mentre noi uomini la riteniamo, sbagliando, un giorno come un altro del tutto pompato dalla macchina consumistica, come si evidenzia nella posta elettronica gonfia di mail e spam su San Valentino in tutte le salse, per una larga parte delle donne è bene mettere una passata di evidenziatore sul nostro calendario, perché il Santo e le sue doti saranno ormai ricordo lontano ma resta la logica di "cuoricini" e "bacini". Si pregano gli schizzinosi di evitare dei commenti. Sarà romanticismo stucchevole se non imposto, ma perché mai bisogna scherzare con il fuoco? Allora regalo a Mara questi versi di Pablo Neruda: «Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t'amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l'ombra e l'anima. T'amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo il concentrato aroma che ascese dalla terra. T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno».