Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
24 lug 2018

La conchigliologia

di Luciano Caveri

Bisognerebbe avere sette vite come i gatti per potere vivere più cose di quelle che in realtà riusciamo a fare e pensiamo a quanto si potrebbero conoscere in maggior misura anche solo guardandosi attorno con maggior curiosità. Che sia chiaro che nessuno meglio dei poeti traduce da altre lingue altri poeti per una naturale affinità. Così Alceo, poeta greco antico (la letteratura greca antica ha poesie che lasciano stupefatti), tradotto da Salvatore Quasimodo: "O conchiglia marina, figlia della pietra e del mare biancheggiante, tu meravigli la mente dei fanciulli".

Il fatto più affascinate, piccolo inganno a beneficio dell'infanzia, tramandato poi a figli e nipoti, è la storia del poggiare l'orecchio sul foro d'ingresso delle conchiglie più grandi, avvertendo il rumore del mare.

Mi ci rivedo da bambino a percorrere la battigia al mattino - alle sette si era già in spiaggia - con il mio secchiellino. Passione rimasta anche da più grandicello ad osservare la vita dei "paguri bernardi" con la loro casa sulla schiena, persino con il piccolo sadismo con cui avevo appreso come si faceva a togliere il granchietto, infastidendolo con un soffio e estraendolo poi delicatamente dalla sua abitazione. Conchiglie erano anche le "pattelle", estratte dalla roccia su cui si abbarbicavano, per finire sull'amo per pescare, ma anche certe bivalve perfette come capolavori grafici sul fondale sabbioso. A casa, nella tavernetta i miei genitori, con evidente stridore con il locale in stile rustico avevano posizionato una rete da pesca con dentro un sacco di conchiglie del Mar Ligure, di cui un ulteriore esempio era posto in un piccolo ripiano nella bussola all'ingresso di casa. C'erano anni in cui mi portavo via dalla "Spiaggia d'Oro" anche delle sabbia e qualche stella marina seccata, presa anch'essa sul fondo sabbioso dove disegnano viste dalla superficie quel disegno netto contrastante con il fondale. Ricordo, a beneficio di una fidanzatina che mi piaceva molto, l'invenzione di una storia ad uso seduzione fra una stella del cielo e quella del mare. Roba da vergogna, degna di romanzetti rosa. Poi ci sono i mari tropicali con conchiglie così belle da fare impressione con colori e geometrie di cui ti domandi chi possa essere l'autore con effetti mimetici e perfette curve da design. Stupisce sempre, nel guardare quanto la natura riesca a fare, il genio degli esperti di conchigliologia, cui spetta la catalogazione e la scelta di dare quei nomi latini che distinguono le une dalle altre.