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26 ott 2016

Contro la politica della rassegnazione

di Luciano Caveri

Assaliti dalla quotidianità che rischia di rendere la vita un susseguirsi di déjà vu ed atrofizzati da un quadro politico passatista, molti valdostani perdono - talvolta capita anche a me - la prospettiva storica in cui siamo inseriti. Per smuoversi da questa catalessi è bene di tanto in tanto riflettere sulla "questione valdostana", cioè su quell'insieme di ragioni e situazioni che hanno portato alla contemporanea Autonomia speciale. E' quanto ho fatto in un contributo ad una monografia, scritta - come si dice - da "Autori Vari", de "Il Nodo di Gordio", dedicata, come da titolo, all'Autonomia del Trentino-Alto Adige come modello per la convivenza fra i popoli.

Una premessa è d'obbligo: basta leggere Emile Chanoux per capire come quanto avvenuto dopo la Prima Guerra mondiale - con l’inserimento nel Regno d'Italia di cospicue minoranze linguistiche con Sudtirolesi e Sloveni (definiti negli scritti "Slaves") - avesse grandemente interessato i milieu politici locali per capire come avrebbe reagito lo Stato italiano all'arrivo di queste minoranze nazionali. Un confronto che da allora è stato costante, specie per i parlamentari che ci hanno creduto nel Parlamento repubblicano e fra questi mi ascrivo, e che non deve mai cessare, malgrado il libro di cui ho detto tracci in modo chiaro analogie ma anche profonde differenze di contesto storico e politico, pur nella comunanza di Autonomie speciali di stampo alpino. Comunque sia, nel titolo del libro si parla - nel rievocare diversi popoli che oggi rivendicano l'autonomia politica - di "Terre degli Argonauti", quegli eroi mitologici che, imbarcati sulla nave "Argo", parteciparono al seguito di Giasone al viaggio dalla Grecia alla Colchide, sulle estreme rive del Mar Nero, per impossessarsi del miracoloso "Vello d'oro". Come sapete anche la Valle d'Aosta dei primordi avrebbe ricevuto la visita di queste personalità. Scrive Silio Italico: «Ercole affrontò le vette inviolate: Fu il primo. Gli dei vedono stupiti Come fende nubi, fracassa alture, Doma possente rupi mai battute». Il mio contributo, molto più banalmente, ricostruisce il quadro autonomistico attuale e le sue ragioni con un'occhiata allo scenario complessivo, anche europeo, compreso un aggancio con la discussione sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi che mi preoccupa molto. E' bene ogni tanto fissare i propri pensieri. Colpisce, proprio nell'occasione che mi è valsa una rilettura di un articolo di Chanoux del 1924, come all'epoca notasse la differenza di combattività - siamo ormai in piena espansione del regime fascista e la sua logica di italianizzazione forzata - fra valdostani e minoranze come quella sudtirolese e slovena. La durezza è insita in parole che sembrano avere una sinistra attualità: «Mais, tandis qu'en Vallée d'Aoste, par un bon sourire et quelques paroles mielleuses, le gouvernement peut impunément nos enlever toutes nos institutions; tandis qu'en Vallée d'Aoste, lorsqu'une voix courageuse et forte s'élève pour protester, elle se perd dans la solitude peuplée de bonshommes muets; tandis qu'en Vallée d’Aoste il y a même des hommes qui trouvent que tout va bien, tout va superlativement bien, sous ces doux clairs de lune, surtout les affaires de l'agent du fisc; tandis qu'en Vallée d'Aoste ces partits se déchirent entre eux, comme les poulets de Renzo, pendant que notre tribunal s'en est allé, nos droits sur le eaux de même, pendant que nos enfants restent sans instruction et nos foyers se vident pour aller à l'étranger, là bas, ces hommes, haïs et persécutés plus que nous pour leur amour à leur petite patrie, ont su résister dignement et courageusement, si ce n'est que victorieusement, à la rafale qui s'est abattue sur eux». Con l'osservazione amara che questa volta - a fronte delle ambizioni inquietanti di Matteo Renzi costituente per sé stesso - anche il partito di raccolta sudtirolese segue il pifferaio magico. Resta la certezza che certe vicende - così come opportunamente attualizzate - restano centrali nel riflettere sulla comunità valdostana contro certa autoctona rassegnazione di oggi, come per molti avvenne già allora con conseguenze nefaste.