Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
05 feb 2016

Incombe già il Carnevale

di Luciano Caveri

Quest'anno viene il fiatone a vedere la rapidità della staffetta fra i due giorni - in più caduti quest'anno di sabato e domenica - della "Fiera di Sant'Orso", oggi al culmine, ed il successivo periodo di Carnevale, che incombe già da metà settimana ed esploderà a pieno con il prossimo weekend e con i giorni successivi. Come noto, la prima è da secoli una data fissa e immutabile, mentre i festeggiamenti carnevaleschi si basano sulla data mobile della Pasqua, spostandosi di conseguenza sul calendario. Poi, tra annunci e preparativi, la verità è che c'è già ed avviene sempre di più, per un crescente gusto di far festa senza soluzione di continuità, un passaggio fra le vacanze di Natale e l'esordio dei Carnevali, che da noi in genere finiscono con l'inizio della Quaresima, a differenza di Carnevali del vicino Canavese, forse ispirati dal rito ambrosiano, che non ha mai conosciuto il "mercoledì delle ceneri" come inizio del tempo quaresimale, ma ha sempre fatto iniziare questo periodo liturgico dalla sesta domenica prima di Pasqua.

Io sto seguendo, com'è facile intuire per chi mi conosce, l'andamento del Carnevale di Verrès, paese dove sono cresciuto e che fa dei "Carnasciali Verretiesi" - come si scherza in latino maccheronico - una sorta di religione, inculcata sin da piccolissimi e chi fa parte del seguito di personaggi vive come un lutto il giorno in cui per motivi di età dovrebbe lasciare. Uso il condizionale proprio perché spesso questo passaggio generazionale non è assicurato da chi non molla mai per grande affezione nei confronti del Carnevale. Li capisco, perché è una cosa simpatica da fare e lo testimonio di persona, essendo stato Conte Pierre d'Introd, nel 1997 (49esima edizione) con l'incantevole Caterina di Challant, Flora Marangio, e mi sono vestito con lei l'anno successivo per il passaggio delle consegne ed abbiamo rimesso il costume d'epoca nel 2008 per il sessantesimo e se la salute terrà dovremmo tornare in scena per il settantesimo nel 2018. Quest'anno la coppia apicale del Carnevale è composta da Sylvie Enria di Issogne (ma è consulente del lavoro a Verrès) e dall'imprenditore Guido Bertolin, primogenito di Rinaldo, mio rimpianto amico fondatore della celebre azienda di insaccati di Arnad. Già nella fase preparatoria di sono dimostrati molto "caldi": li ho visti in azione, in un clima assai goliardico, alla "Kiuva" di Arnad (e gli enfants du pays certo non si sottraggono alla festa) per la cena dei Conti con i suonatori di trombe, tamburi ed altri ospiti. Se il buongiorno si vede dal mattino e se si manterranno tonici nei festeggiamenti al castello di Verrès, faranno di certo faville. Lo scrivo perché, avendolo vissuto, per il tour de force carnevalesco so che ci vuole un fisico bestiale, perché specie i baccanali non sono proprio da educande e non ci può tirare indietro, come da regole del gioco. Ma per arrivare in fondo - e molti del seguito finiscono "feriti" sul campo di battaglia - bisogna saper amministrare le proprie forze e saper staccare la spina al momento giusto, altrimenti notte e giorno finiscono per essere la stessa cosa e si rischia il knock-out, restando fulminati sul ring. Ma in fondo questo è il Carnevale, fatto di regole e di trasgressioni e tutto sta nel trovare un giusto equilibrio, ricordando che chi si traveste lo fa per divertirsi ma si tratta anche di uno spettacolo a vantaggio di grandi e piccini. Poi sono convinto, proprio nel caso di Verrès, che il rispetto delle tradizioni si potrebbe accompagnare da un ragionevole business a vantaggio del turismo con l'uso di quella straordinaria fortezza di Verrès che non eguali e di quell'entusiasmo avvolgente che i verrezziesi sanno metterci.