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14 lug 2015

Cantieri, cantieri!

di Luciano Caveri

Non c'è alcun dubbio che le strade vadano tenute in ordine e che lavori di miglioria e manutenzione siano necessari e comportino disagi per i cittadini, specie per chi è costretto a viaggiare come pendolare per lavoro. Certo è che non bisogna abusare della pazienza e della sopportazione e nell'epoca dell'informazione globale esiste un diritto all'informazione e un dovere a fornirla. Questo è il caso della "Statale 26", la strada che percorre la Valle d'Aosta dall'inizio alla fine lungo il fondovalle. Diversamente da Trento e Bolzano, qui non si è scelto - malgrado personalmente lo ritenessi utile - di far trasferire alla Regione (nel modello di riferimento alle Province autonome) la strada più importante, come è avvenuto con le statali delle vallate laterali, oggi regionali. Sarebbe stato logico farlo - con gli opportuni trasferimenti statali specie per i lavori essenziali - per avere una visione unica e strategica e pure delle economie di scala.

La stessa logica autonomistica e di buonsenso che dovrebbe consentire alla Regione di poter operare delle scelte sulle autostrade sul proprio territorio, mentre invece - come dimostra la politica tariffaria ormai scappata di mano con prezzi da capogiro - le società in mano ai privati hanno perso di vista il ruolo di servizio pubblico di certe infrastrutture. Per cui, nel caso valdostano, gli utenti locali prendono l'autostrada solo se necessario e dunque la strada statale è ormai trafficatissima con qualunque genere di automezzo e si viaggia quasi sempre in coda come dei coatti. Per cui si ha a che fare con l'"Anas", azienda statale chiusa nella sua turris eburnea e priva di qualunque capacità informativa. Ne sono testimone diretto: ho da mesi un cantiere a pochi passi da casa mia, sorto d'improvviso senza che mai nessuno si prendesse la briga di dire a chi abita nei paraggi cosa avverrà. Si tratta di un lavoro a un ponte sul torrente Cillian sulla circonvallazione di Saint-Vincent. Sono andato a leggere l'appalto, vinto da un'azienda di Caserta, ed è evidente che quel ponte in uso da decenni doveva essere malmesso, perché non ricordo particolari lavori almeno negli ultimi vent'anni. Giusto farli, dunque, per evitare qualche grosso guaio. Peccato, però, dover constatare la durata infinita - con semaforo regolatore che crea code - per poche decine di metri del ponte e deprime il fatto che da qualche giorno (i lavori dovevano finire a giugno!) il cantiere sia deserto con metà della carreggiata che attende un'indispensabile asfaltatura. Informazioni? No, nulla, neppure uno striminzito cartello "scusate per i disagi, stiamo lavorando per voi". Intanto analogo lavoro è partito sulla circonvallazione di Châtillon in un ponte che certamente ne aveva bisogno, ma i disagi sono uguali. Lo stesso era avvenuto per lunghi mesi per lo spropositato nuovo svincolo di Chambave (ma prepariamoci all'opera monstre di Grand Breil a Châtillon con 17 milioni di euro di spesa, mentre chi transita sulla "Monjovetta" è meglio che non guardi verso la parete di roccia!) e ho letto di code infinite causate da un altro cantiere a Bard. Nelle risposte in Consiglio Valle il Governo regionale legge le veline dell'Anas ed appare dunque normale che tutto questo avvenga nel cuore della stagione estiva con il solito alibi che le stagioni buone per lavorare sono corte, come se il fondovalle in Valle d'Aosta fosse la Lapponia. Insomma: sciatteria e spregio verso i cittadini. Un giorno di questi mi siederò sulla strada e verrò portato via da cantonieri e carabinieri.