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12 mag 2015

Saluti e baci

di Luciano Caveri

Il mondo cambia in fretta e molte delle certezze finiscono d'improvviso in soffitta. Non c'è neppure tempo per i rimpianti ed è bene stare al passo per non ritrovarsi noi stessi ammuffiti. Quando ero bambino, bastava una gita scolastica di un giorno per sentirsi obbligati a spedire una cartolina illustrata. Figurarsi se la vacanza durava qualche settimana: in quel caso non se ne poteva fare a meno. Si sceglieva la fotografia o la composizione, si acquistava il francobollo (operazione più complessa se si era all'estero) e poi si scriveva l'indirizzo e la sintetica formula beneagurale. Confesso che da ragazzino, specie per gli amici, la frase doveva essere simpatica e ammiccante. Mai si sarebbe pensato che un giorno la cartolina sarebbe decaduta ed invece è stata travolta prima dagli SMS con cui si annunciava la propria vacanza, poi dalle mail e infine dalle formule multimediali di oggi, foto e filmati, ormai inviati in tempo reale con la messaggistica.

L'acquisto e l'invio delle cartoline è diventata una scelta di nicchia. Ne sarebbe stupito il dottor Emanuel Hermann, un professore di economia viennese che, studiando l'efficienza del servizio postale austriaco, suggerì l'idea di inviare messaggi più brevi e rapidi così da aumentare il traffico postale e, di conseguenza, anche i guadagni. La sua idea fu accolta positivamente, tanto che il 1° ottobre 1869 fu emessa la prima cartolina, tuttavia ancora bianca sia sul fronte che sul retro. Ho trovato nella carte di famiglia un vasto utilizzo di questa modalità, ad esempio di cartoline che mio zio Émile da militare spediva, corrisposto, al suo amico soldato Émile Chanoux. Interessanti anche cartoline arrivate dai campi di prigionia in Germania dello stesso zio e anche di mio padre. Ad Aosta sapevano della loro vicinanza geografica, loro ne erano inconsapevoli. Sulla nascita della cartolina illustrata sul Web c'è di tutto, ma la versione più accreditata premia come ideatore un cartolaio e libraio di nome Léon Besnardeau, residente a Sillé-le-Guillaume. Nel novembre del 1870, in occasione dello scoppio della guerra franco-prussiana, si accamparono nelle vicinanze di questa località, quarantamila soldati della prima Armata di Bretagna, bisognosi di carta da lettere e buste per scrivere alle famiglie ed alle fidanzate. Quando le scorte terminarono l'ingegnoso cartolaio tagliò in rettangoli di 6 x 9 centimetri le copertine dei quaderni avanzate, dopo che i fogli erano stati venduti uno per uno, e fece stampare sulla faccia destinata all'indirizzo immagini a soggetto militare (fucili, tamburi, cannoni), accompagnate da scritte di carattere patriottico. Un caso raro di invenzione legata alla guerra senza fare delle vittime. Ben peggio il telegramma che le morti le annunciava... In Italia l'introduzione della cartolina comparve il 1° gennaio 1874, solo successivamente arrivò la cartolina illustrata: la prima fu creata nel 1896 in occasione delle nozze del principe Savoia di Napoli (poi re Vittorio Emanuele III) con la principessa Elena di Montenegro e riportava sul fronte gli stemmi italo-montenegrini. I due frequentarono poi la Valle d'Aosta, anche a caccia, e chissà che non spedirono da qui cartoline illustrate nel corso del loro Regno... Ha visto straordinarie collezioni di cartoline illustrate della Valle d'Aosta e ci sono anche dei libri che ne hanno raccolte. Confesso che mi hanno sempre più incuriosito le storie che stanno dietro a quelle immagini di carta (e talvolta i francobolli). Sono frasi, pensieri, firme che congelano un ricordo di persone che, ben prima dei "social", condividevano le loro esperienze con quello strumento che per anni è stato un esempio di modernità. Ma la carta canta e certe cartoline restavano, mentre buona parte del digitale evapora.