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05 dic 2014

Quando un Ministro non studia...

di Luciano Caveri

Ricordo l'imbarazzo, da presidente della Regione, di quando l'allora ministro dei lavori pubblici, Antonio Di Pietro, cominciò a parlare ad Aosta - in un incontro aperto ai giornalisti - del traforo del Fréjus, scambiando la Valle d'Aosta con la Val di Susa. Non fu facile interromperlo per sincronizzare gli orologi... Chissà se qualcuna delle autorità regionali avrà fatto la stessa cosa, quando l'attuale ministro Maurizio Lupi a Bard ha segnalato come la nostra ferrovia sia ottocentesca e dunque degna di figurare nel Museo delle Alpi, aggiungendo poi, come riporta "La Stampa": «la Valle d'Aosta, con la richiesta al Governo di avere le competenze sui trasporti, ha fatto un grande passo avanti. Il dialogo continua e si tratta di ragionare sugli investimenti, dentro un disegno di rete comprensivo del Nord-Ovest e del cosiddetto Corridoio 5. E' in questo contesto che va inserita la ferrovia Aosta-Torino».
Non so quale film abbia visto Lupi, ma stupisce che un ministro non abbia avuto, prima di parlare, una piccola nota riassuntiva sulla questione. Ci si domanda come si sia svolto a Roma il famoso incontro chiarificatore di ottobre a Roma dallo stesso Lupi con la delegazione valdostana composta dall'assessore con delega sii trasporti Aurelio Marguerettaz e l'assessore alla sanità Antonio Fosson (non perché la ferrovia fosse "malata", ma perché "ciellino" come il Ministro e quindi ritenuto utile per una spintarella...). Allora si scongiurò il taglio delle corse sulla tratta ferroviaria, bloccando "Trenitalia" che chiedeva conto di soldi della Regione, ma l'evidente, attuale disinformazione del ministro dimostra che o il dossier non fu approfondito o che Lupi ne ha scordato i contenuti. Infatti i rapporti Stato-Regione sul trasporto ferroviario non sono all'inizio di un dialogo come parrebbe, ma già regolati da una norma di attuazione sul trasporto ferroviario in "Gazzetta Ufficiale" dal 2010, che è rimasta lettera morta per colpa di quello Stato che ora, per bocca del ministro, fa il gradasso con la Valle d'Aosta. E se lo fa senza venire pubblicamente rimbrottato dalla Regione siamo mal messi, perché mettere i puntini sulle "i" non vuol dire venir meno al "bon ton" per un ospite in visita. Lo stesso che - ma dai? - fa lo stupito per le tariffe autostradali della Quincinetto - Aosta - Cournayeur, quando Lupi, che non è di primo pelo, conosce benissimo le ragioni del duopolio italiano che consente ai gestori autostradali di arricchirsi sulla pelle degli automobilisti. Insomma: o il ministro è "Alice nel Paese delle Meraviglie" ed in Valle ha aperto i suoi occhioni su un mondo nuovo a lui oscuro - e non si capirebbe perché fa il ministro dei lavori pubblici e dei trasporti - oppure pensa di essere legittimato a raccontare delle favolette ai valdostani fessacchiotti ed emozionati di ricevere un ministro. La norma di attuazione è un diritto ed ogni ritardo in un Paese civile si chiamerebbe "omissione di atti d'ufficio", mentre da noi una violazione di questo genere sembra normale ed un ministro può pure portarci a spasso nel citare il "Corridoio 5 Lisbona - Kiev", che nel nostro caso c'entra come i cavoli a merenda.