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09 set 2013

Bere bene

di Luciano Caveri

Ci sono argomenti che non è sempre facile trattare, per tabù o per atteggiamenti da benpensanti. Ma si tratta, in fondo, di un modo ipocrita per evitare di affrontare la realtà. Trovo che sia un bene dire le cose come sono, perché è l'unica possibilità per intervenire in modo corretto. Non mi è mai piaciuto il moralismo da quattro soldi, che è quello che non consente di ragionare con la propria testa, perché solo la comprensione, che è un processo reciproco, permette di giungere ad una condivisione. A me - come penso a molti dei lettori - è capitato di fare, da giovani, delle "ragazzate" e di correre qualche rischio in moto e in macchina. Qualche bicchiere di troppo era magari il complice di turno, frutto di giochini con canzonette in cui il «faire cul blanc», cioè il bere tutto d'un colpo, come si dice in Valle d'Aosta, era una specie di rito d'iniziazione, che ho ritrovato con coetanei - a quei tempi - un po' dovunque. Questa estate, in diverse sagre, o per mia testimonianza diretta o per racconto di miei amici affidabili (e pure qualche ammissione dei due figli adolescenti), mi è stato confermato come questi bagordi non siano spariti, anzi che nuove "misture" si affaccino nel giochi di compagnia, di un genere ai miei tempi sconosciuto, tipo "tirarsi neri" a freddo con gli amari o i cocktail fra bevande e energetiche e vodke alla frutta. Da notare che, da pochi mesi, ai minorenni non si potrebbe né vendere né mescere delle bevande alcoliche. Ma la verità è che i proibizionismi, specie se già organizzati per essere come dei colabrodo, non cambiano i comportamenti sociali e culturali. Non si possono mettere gabbie, ostacoli, sbarramenti, armature, ma semmai spiegare le buone ragioni che portino a scelte sensate in direzione del "bere bene". L'educazione è più faticosa della norma che impedisce e punisce. Ma, laddove ci si trovi di fronte a argomenti che toccano la salute, si ha davvero la chance di poter operare con successo, spiegando i rischi dei comportamenti scorretti e regole elementari per evitare di farsi del male. L'alcolismo, nelle sue forme più gravi, deriva da un percorso che passa attraverso varie tappe e ognuna di queste comporta rischi, sin dall'inizio, fino alle terribili conseguenze finali. Non esiste rassegnazione rispetto ad un fenomeno che può essere bloccato, nel suo delinearsi, da molti semafori rossi. Se non scattano e se chi li vede non si ferma, allora si arriva alla fine di un percorso senza più speranza. Io ne ho visti tanti.