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11 ago 2013

La responsabilità dei politici

di Luciano Caveri

In questo periodo di crisi, è bene riflettere anche sulla crisi della politica, che continua tuttavia - a dispetto di tutto - a camminare sulle gambe delle persone. Dunque va bene criticare sistemi e organizzazioni, leggi e regolamenti, ma esistono sempre dei volti di esseri umani, che devono rispondere anche di persona del loro operato, quando scelgono la politica come impegno, che è una dimensione pubblica. Per cui, alla fine, è anche con vizi e virtù, pregi e difetti, doti e incapacità dei singoli che si finisce per avere a che fare. Sarà vero che, per un difetto caratteriale, mi è capitato talvolta di essere un pochino sprezzante nel ricordare che la politica è diligenza e studio a chi non se ne accorgeva. Sempre meglio qualcuno che dice la verità sgradevole, piuttosto di chi lo pensa ma non ha il coraggio di esprimersi. Sarò pure antipatico a dire sempre quel che penso, e poi l'età mi sta migliorando come tono e contenuti, piuttosto che essere pusillanime o fasullo. L'incipit è semplice: chi crede nella politica deve essere sempre attento al contesto, che è ormai come una scala da percorrere nei due sensi, salendo e scendendo, a seconda delle necessità. Chi si ferma è perduto, perché gli scenari mutano con rapidità. Dalla piccola realtà locale, che deve risolvere i suoi problemi specifici, al contesto regionale con tutti gli argomenti da affrontare in una dimensione più vasta; dal quadro italiano, in cui la Storia ci ha inseriti e mai come oggi crea apprensione, alla dimensione europea, che oggi tutto influenza con normative che penetrano in dettaglio; e ancora - ultimo scalino - quel mondo che irrompe nelle nostre vite quotidiane con argomenti come crisi economica, immigrazione, cambiamenti climatici. Questa è la complessità, da cui ormai nessun politico può prescindere, e che implica che nessuno possa avere la presunzione della "tuttologia" e obbliga le forze politiche - se vogliono essere una cosa seria e non un semplice comitato elettorale - ad un impegno corale per poter far fronte ai diversi argomenti, che obbligano ad avere e a coinvolgere competenze differenti. E' vero che un politico deve acquisire un metodo per affrontare i dossier, che consenta un approccio generalistico e un'infarinatura di argomenti vari, ma bisogna fare attenzione - lo dico a me stesso, anzitutto - al diavoletto della presunzione. Spesso, aggiungo anche se è sgradevole, i meccanismi democratici, se seguono solo percorsi di simpatia o peggio ancora di cordate clientelari, consentono di poter accedere in politica, anche in ruoli di rilievo, anche a dei fessi o a degli incapaci, che fanno danni. La democrazia è fatta così, nel bene e, purtroppo, anche nel male.