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15 nov 2012

Le parole hanno una storia

di Luciano Caveri

Ennio Flaiano, specialista in battute fulminanti, sui cretini aveva coniato due definizioni degne entrambe di menzione e che coprono un'ampia casistica nella vita quotidiana di ciascuno di noi. La prima: «oggi anche il cretino è specializzato». La seconda: «oggi il cretino è pieno di idee». Immagino che ognuno si figuri chi vuole in queste vesti. Passo il tempo a dirmi, ma lo segnalo scherzosamente per non farmi dare per l'ennesima volta dell'antipatico, quanto il fenomeno si diffonda nell'epoca attuale e delle volte verrebbe voglia di fare un elenco dei soggetti simile al mattinale della Questura. In questo i social network non aiutano. Ma purtroppo - e qui passiamo dal faceto al serio - è bene che quella tenue parolaccia "cretino" vada usata con consapevolezza sulle Alpi, compreso da noi perché si tratta di una pesante eredità di un tempo. Il termine viene infatti da un'espressione francoprovenzale vallesana - i nostri vicini e cugini svizzeri - che fa derivare "crétin" da "chrétien" a causa del carattere sacro dei semplici di spirito, che potremmo definire per meglio chiarire il "povero cristo" come espressione commossa e partecipe di quella che oggi chiameremmo una disabilità. Poi che sia diventata malevola è scontato. In questo caso ci troviamo di fronte ad un fenomeno "storico", purtroppo derivante da quella malattia, il "cretinismo", legata anche alla comparsa del gozzo e causata in montagna dall'assenza dello iodio nel sale che cagionava forme gravi di ipotiroidismo con conseguenze mentali. Traggo questo brano da 123savoie.com: "Emu et alerté, le roi Charles-Albert créa en 1845 une commission sur le sujet, composée de spécialistes en médecine, chimie et géologie dont Monseigneur Billiet, archevêque de Chambéry. L'objet était simple: enquêter puis rédiger un "dossier blanc" sur la progression du crétinisme dans les provinces et les mandements. Bien des causes de propagation furent explorées: conditions atmosphériques, nature du sol, qualité des eaux. Assistés de curés et de syndics, les médecins se répartirent entre St-Jean-de-Maurienne, Moûtiers, Albertville, Aoste, Aiton ou encore Bourgneuf; rapprochant leurs réflexions sur le crétinisme et l'affection du goitre. Les premières études sur l'infirmité, menées au XVIe siècle, avaient déjà été suivies de publications des médecins suisses Félix Plater et Josias Smiler. Pour poursuivre l'enquête, le Dr Trombotto fut appelé à organiser les investigations. Dénommés "les marrons" en Vallée d'Aoste à cause de leur teint obscur, qualifiés de "Trissel" en Valais, appelés "Scempiaggine" en Italie, les crétins des Etats sardes allaient ainsi être soignés. Selon les médecins, le crétinisme était "une organisation manquée" sans trace de beauté, ni harmonie. Les exemples cités évoquent une petite intelligence, tel ce jeune crétin de Saint-Avre, qui gagnait sa vie en imitant le soldat. Etaient également mentionnés des "semi crétins", dépourvus de course rectiligne. "Ils manifestent une fatigue musculaire. Les hommes se limitent à porter du bois, de l'eau, à garder les troupeaux tandis que les femmes assurent la garde des enfants au berceau" soulignait les médecins. Le crétinisme resta cependant à l'état endémique dans les Etats Sardes, se limitant aux vallées profondes et humides. Son extension vint surtout de la vallée d'Aoste, à Pignerol, à Ivrée ou à Gressoney où les villages logés en fond, près des torrents, recevaient peu la lumière solaire, notamment l'hiver. Quelques villages mieux exposés, comme Gressan, Villleneuve, Ollomont étaient également concernés". Malattia che oggi - avendo presente le ragioni della patologia - è scomparsa, ma mio padre mi raccontava come se ne vedessero ancora molti, quando era bambino alla fine degli Venti del Novecento, durante il mercato che si svolgeva ad Aosta e come quei gozzi esposti fossero un terribile segno della malattia. Per cui l'uso della definizione "cretino" da noi deve avvenire con il giusto ricordo e la necessaria compassione per una parte dolorosa del nostro passato.