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09 set 2012

Il futuro senza pessimismo

di Luciano Caveri

Sfoglio vecchie carte. Alcune sono lettere di famiglia, che raccontano piccole storie quotidiane. Altre sono più storiche e ricordano passaggi interessanti per la nostra comunità. Dall'insieme emergono racconti di un passato non troppo remoto in cui allora come oggi si mischiano vicende personali e collettive. In certi casi i protagonisti sono persone che non ci sono più e alcune neppure le ho conosciute. Eppure sento per loro affetto e vicinanza che annullano il tempo. Sono quelli, per me come per voi, che ci hanno preceduti. Poi c'è il futuro che non è astratto, ma passa attraverso quei "giovani" variamente evocati nel dibattito politico odierno più come un problema che come un risorsa. Io li vedo - ed è comprensibile - nei volti dei miei tre figli: 1995, 1997 e 2010. Sono quelli come loro che, pur con diversa età, giudicheranno un giorno il nostro operato di questi anni. Specie nelle risposte che daremo oggi alle loro preoccupazioni che sono crescenti sul loro futuro. Ricordate la famosa poesia-lettera al figlio di Rudyard Kipling?

"Se riesci a conservare il controllo quando tutti  intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;  Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti  ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;  Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,  o se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,  o se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,  e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio; Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;  Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;  Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina  e trattare allo stesso modo quei due impostori;  Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto  distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi  o a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,  e piegarti a ricostruirle con strumenti logori; Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite  e rischiarle in un colpo solo a testa e croce,  e perdere e ricominciare di nuovo dal principio  e non dire una parola sulla perdita;  Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi  a servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,  e a tener duro quando in te non resta altro  tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!" Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,  e a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,  Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,  se tutti contano per te, ma nessuno troppo;  Se riesci a occupare il minuto inesorabile  dando valore a ogni minuto che passa,  tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,  e - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!".

So che questo testo, pur ricco d'umanità, ha anche aspetti piuttosto polverosi e lo stesso Kipling, rispetto al colonialismo, ha i suoi lati oscuri. E tuttavia mi pare che resti un messaggio morale che ci obbliga a guardare al presente con freddezza proprio per quel che dobbiamo lasciare ai nostri figli. Senza mai indulgere al pessimismo.