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08 mag 2012

La retorica sui giovani

di Luciano Caveri

Sui giovani e i loro problemi si spande un sacco d'inchiostro. La retorica adoperata, con l'immagine del "testimone" che passa di generazione in generazione per il ricambio, non può nascondere la realtà ben diversa. Qualcosa si è inceppato di fronte ad un crescente potere gerontocratico che assale la società Italiana (e valdostana) nei suoi gangli vitali. E anche in Europa c'è poco da stare allegri. I meccanismi pensionistici che rinviano all'infinito l'uscita dal lavoro si accompagnano nelle professioni da situazioni di autentico blocco di chi in veneranda età non molla l'osso. Non si tratta di essere assertori di caricature giovanilistiche, tipo la grottesca storia dei "rottamatori" del Partito Democratico, ma non si può neanche accettare un mondo in cui solo gli over sessanta-settanta - ma in certi albi professionali spiccano inossidabili ottantenni - detengano le leve del potere. Fossi un giovane sarei arrabbiato di questa "conventio ad excludendum", resa ancora più tragicomica dai richiami che affermano, invece, il contrario. E' di conseguenza terribilmente falso evocare in ogni occasione il ruolo dei giovani e dire che essi incarnano la speranza per il futuro, quando i fatti contrastano con le parole e i giovani si trovano a subire continue attese perché venga il loro momento. Ho un grande rispetto per chi è ormai pensionato o in età pensionabile e credo che l'esperienza accumulata sia indispensabile per tutti e la nostra società in progressivo invecchiamento sposta - per fortuna anche mia che viaggio oltre i cinquanta - sempre più avanti la lancetta dell'anzianità.  Ma su un punto dobbiamo essere realisti: l'entusiasmo, la forza, la gioia di vivere, l'inventiva sono connesse alla giovinezza e impedire ai giovani di contribuire al mondo in cui vivono è una scelta sbagliata e nefasta. Eppure - e lo scrivo con la coscienza pulita di chi ha sempre voluto valorizzare dei giovani quando ha potuto farlo - il dato sembra ormai acquisito e loro, i giovani, sempre più minoranza, sembrano rassegnati e questo è ancora più avvilente.