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11 feb 2012

La paralisi da neve

di Luciano Caveri

Il meteorologo Luca Mercalli è un caro amico, di cui apprezzo l'onestà e la competenza. Trovo che sul caso emblematico della nevicata su Roma e in tutto il centro Italia sia stato uno dei pochi lucidi nei commenti, evitando critiche immotivate e andando al nocciolo del problema. Così si è messo, in un'intervista, nei panni del sindaco Gianni Alemanno: «avrei parlato con molta chiarezza. Facendo la seguente domanda, "Cari romani, tenere in piedi un servizio di sgombero neve a Roma costa milioni di euro. Questo costoso sistema, rimarrebbe inutilizzato per la maggior parte del tempo, e tornerebbe utile per uno, due giorni, ogni cinque o dieci anni. Che cosa preferite? Che io aumenti le vostre tasse per un servizio che utilizzeremo un paio di volte ogni cinque o dieci anni, oppure quando capita, e quando per fortuna i meteorologi ci avvertono, decidiamo di convivere con un servizio a regime ridotto, magari decidendo di restare a casa, di prenderci un giorno di ferie dal lavoro?"». Trovo il ragionamento filante e purtroppo Alemanno non si è attenuto al consiglio e invece si è italianamente valso della logica dello "scaricabarile" contro la Protezione Civile, che non penso gli porterà bene. Tra l'altro la recente nomina a Direttore generale proprio della Protezione Civile del valdostano Silvano Meroi - di cui è stata riconosciuta fuori Valle la grande competenza - garantisce sulla buona conoscenza di "piani neve" e affini! Certo le giustificazioni in premessa per il caos nella Capitale valgono meno per quelle zone del Centro-Sud più appenniniche e dunque naturalmente nevose. In quel caso fare gli stupiti - come fanno molti amministratori locali - è irragionevole e certi reportage televisivi sono ridicoli nel denunciare i misfatti di un inverno che fa null'altro che il suo dovere. So che è bene, per noi dell'estremo Nord che con la neve dovremmo avere confidenza, non fare troppo i gradassi. Sarà che per anni siamo stati privati di nevicate copiose, ma di figure meschine ne abbiamo fatte pure noi di fronte a certe previsioni di neve che ci hanno purtroppo colti impreparati a dispetto della cultura alpina. Ma forse questa cultura ha finito per essere appannata dai lenti ma inesorabili cambiamenti nel tessuto sociale e nelle mentalità. Per altro, bisogna dirci la verità: non è che i tagli alla spesa pubblica - lo si è già visto anche da noi in alcuni Comuni che hanno ridimensionato l'appalto "sgombero neve" per i forti ridimensionamenti subiti - possono aiutare molto, pensando ai bilanci sempre più striminziti dell'Anas. I cambiamenti climatici, normalità nei millenni ma accelerati in questi decenni dall'intervento umano, sono e restano una componente con cui fare i conti.