Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
11 feb 2012

Tocca parlarne

di Luciano Caveri

Leggo i giornali e mi dico: «ma davvero si può non scrivere delle vicende della politica?» Purtroppo non si può, perché parrebbe omissivo. Mi riferisco al "caso Lavoyer", che non è un cittadino qualunque ma l'assessore alle Finanze della nostra Regione. Un posto strategico anche per i rapporti con il mondo creditizio, in breve le banche. L'assessore è stato tirato in mezzo alla storia di un'ispezione alla "Bcc", durante la quale - dagli estratti letti, ma ci sono tanti "omissis" - sarebbero state riscontrate irregolarità "bancarie", perché questo è il ruolo della "Banca d'Italia", che avrebbero portato a sanzioni verso gli amministratori del Credito cooperativo. La mia posizione, che non è un pettegolezzo, ma che ho espresso nel Gruppo dell'Union Valdôtaine, è che io non considero valida l'idea, in questo caso, che esista una scissione fra pubblico e privato. Anzi, penso che sia interesse di tutti - vista la scarsa popolarità della classe politica e non gradendo l'idea che si faccia "di ogni erba un fascio" - avere quegli elementi che permettano di capire che cosa sia avvenuto. L'assessore sostiene di non vedere ragioni per lasciare il suo posto ed è una posizione soggettiva rispettabile, il presidente della Regione - che sceglie gli assessori che sono legati a lui da un vincolo di fiducia - dovrà vedere se il legame fiduciario resta saldo, i "consiglieri regionali semplici", come chi vi scrive, devono essere messi nelle condizioni di capire le conseguenze sui risvolti politici e amministrativi della vicenda. Io non sono un magistrato per cui mai mi permetterei di essere "innocentista" o "colpevolista" per aspetti che riguardano altri poteri dello Stato che si stanno occupando del caso, ma trovo che - senza scomodare la celebre e abusata frase che recita "La moglie di Cesare dev'essere al di sopra di ogni sospetto" - sia legittimo capire per formarsi un'opinione che non sia basata solo sulla logica del tutto legittima dell'autodifesa.