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12 ago 2011

Tornando sul Bianco

di Luciano Caveri

Ricevo con grande gioia un biglietto di Laura e Giorgio Aliprandi, i coniugi esperti e studiosi di cartografia, che hanno visto come - con una recente e qui già citata interrogazione a risposta scritta al Parlamento europeo di Niccolò Rinaldi - si ritorni a parlare della "proprietà" della cima Monte Bianco in una disputa ben nota fra Italia e Francia. Con mia viva soddisfazione proprio gli Aliprandi, nella fondamentale pubblicazione del 2007 di Priuli e Verluca "Le grandi Alpi nella cartografia 1482 - 1885", mi davano il merito, come deputato, di aver sollevato con due interrogazioni parlamentari, una nel 1996 e una nel 1999, un tema di cui in Italia - in sedi ufficiali come da loro stessi ricostruito - nessuno si occupava da ben 130 anni! Ricordo cosa sul tema ha scritto il grande studioso della civiltà alpina, il professor Paul Guichonnet: "la France a toujours fait figurer sur les cartes l'appartenance de la prestigieuse cime à son territoire National, assertion soutenue par plusieurs auteurs. Laura et Giorgio Aliprandi on fait justice de cette théorie et écrit de manière définitive, l'histoire de la cartographie franco-italienne du Mont-Blanc, par où passe, sans équivoque, la limite entre les deux pays". Mi scrivono con la solita schiettezza gli Aliprandi, rispetto alla rivendicazione nazionalistica dei francesi infondata come da loro ben dimostrato con dovizia di carte geografiche e ufficiali, che "francamente siamo pessimisti: la Francia difficilmente ammetterà le cose a livelli ufficiale e terrà congelato il problema". In chiave europea, come da me sempre sostenuto, la tesi giusta e cioè che lo spartiacque della cima configura lì la linea confinaria assegnando a Francia e Italia la "comproprietà" del sommet del Monte Bianco, non è di quei fatti che cambiano il mondo, ma non si può neanche accettare storicamente una modifica unilaterale nell'equa ripartizione bilaterale della vetta per problemi franco-francesi, come ben spiegano gli Aliprandi nel libro. Come valdostano e europeista spero in una soluzione, magari con una "spinta" delle due Regioni, noi e Rhône-Alpes.