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05 lug 2011

Vivere alla giornata

di Luciano Caveri

Ho sempre scritto delle manovre finanziarie dello Stato. Avendo seguito per molto tempo da vicino l'iter di molte Finanziarie, esercizio formativo valido per sempre, non ho perso l'interesse di guardare le norme. So che ci sono modi più divertenti di passare il tempo e non vorrei passar per matto, ma vi assicuro che la lettura di un disegno di legge è un'attività utile per scoprire uno degli aspetti cardine della politica: la forza dell'attività legislativa. In Italia poi l'esercizio può risultate divertente per la capacità - come dire? - inventiva di chi scrive articoli e commi e il Ministro Giulio Tremonti sorprenderà anche in questa fase in cui gioca in difesa, dopo aver giocato all'attacco per un lungo periodo. Vi e stato un tempo in cui la Finanziaria era un mostro di centinaia di articoli, poi c'è stata una scelta tecnico-politica di maggior sintesi e ultimamente, pur con accorgimenti di "spalmatura" su diversi provvedimenti, si sta tornando alla logica "omnibus" con di tutto e di più. Mi riprometto dunque di leggere la "manovrona" per vedere se ci sia concordanza fra le bozze pubblicate sui giornali e il testo che verrà presentato tra qualche giorno in Parlamento, verificando in particolare le conseguenze sulla nostra Valle. Dagli annunci quel che colpisce non è tanto la profondità triennale della manovra, che è corretta, quanto, invece, il fatto che solo fra tre-quattro anni risulti essere stato concentrato il grande dell'efficacia della manovra. Un orizzonte operativo di tutta evidenza successivo alle prossime elezioni politiche. Dunque una manovra finanziaria che si può ritenere "ad orologeria", destinata cioè a scoppiare più in là per evitare nell'ultima parte della legislatura di dispiacere agli elettori. L'Europa non sarà contenta e l'Unione ha tutti gli strumenti ormai cogenti per intervenire, mentre lo stesso passaggio parlamentare, pur godendo della necessaria speditezza per evitare che i parlamentari lavorino ad agosto, non sarà affatto una passeggiata. Il voto negativo di ieri alla Camera sull'articolo 1 della legge comunitaria è un campanello d'allarme per la maggioranza, ormai stretta all'angolo da tensioni interne e dal susseguirsi degli eventi. Ma il motto è ormai «vivere alla giornata».