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29 giu 2011

Munnezza

di Luciano Caveri

I rifiuti di Napoli incombono. Certo l'idea che ormai da anni, con precisione degna di miglior causa, ricoprano la città ha qualche cosa di incredibile. Ma la loro presenza è ormai il simbolo della sconfitta della politica  e dello "scaricabarile" fra gli uni e gli altri, tutti simili nella Waterloo degli "effetti annuncio" sulle soluzioni prossime venture.  Invece nella guerra di tutti contro tutti, con la Camorra convitata di pietra (la malavita dilaga ormai al Sud come al Nord), quello di cui si discute è di un decreto legge che superi gli ostacoli che impediscono di "esportare" i rifiuti in altre Regioni. Regola sacrosanta che obbliga ad essere "responsabili" (termine, purtroppo, vilipeso nella politica italiana) e a fare delle scelte fra raccolta, tecnologie di trattamento e discariche. Ma i napoletani protestano per qualunque scelta e a fare l'unanimità è ormai l'idea, tomba di ogni meridionalismo serio, che i rifiuti partano e ad occuparsene siano altri e altrove. La perenne emergenza genera la deresponsabilizzazione.