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28 giu 2011

Sulle intercettazioni

di Luciano Caveri

Le intercettazioni telefoniche o ambientali sono adoperate in tutti i Paesi civili da parte della Magistratura come supporto alle indagini. Chi pensasse di mettere la "mordacchia" a questo tipo di attività in Italia, magari sull'onda di inchieste "scomode", sbaglierebbe di grosso. L'uso eventuale del decreto legge sarebbe un fatto abnorme, ma penso che il Quirinale lo abbia già detto forte e chiaro. Ciò precisato, vorrei ribadire il mio pensiero: troppo spesso, anche nelle pubblicazioni di intercettazioni di questi giorni, appaiono dialoghi privi di qualunque interesse penale in violazione di elementari diritti di riservatezza. Questo avviene perché dialoghi trascritti ininfluenti in tutto o in parte (e per questo ci dovrebbero essere i celebri "omissis") finiscono nei fascicoli del Pubblico Ministero o nei fascicoli processuali e questo è il mezzo per averne una diffusione massiccia, pur in assenza di reati che ne giustifichino la pubblicità. Difendo la categoria dei giornalisti che pubblicano certe registrazioni, perché chi sbaglia non è chi diffonde la notizia ma semmai chi consente all'informazione di ottenere del materiale che ha caratteristiche private, certo interessantissime per capire "l'aria dei tempi" e il "profilo sociologico" di quel mix politica-affari che fa ribrezzo (per cui è sempre bene parlarne e non "insabbiare"), tuttavia alla Magistratura spetta - e certo nella rete qualche pesce resterà - perseguire i reati e non tratteggiare comportamenti, benché moralmente censurabili.