Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
21 giu 2011

Ricordando Celli

di Luciano Caveri

Prima di tornare, questo pomeriggio, a parlare di politica, volevo semplicemente ricordare qui un mio collega europarlamentare, Giorgio Celli, con cui - nella familiarità che si crea quando si lavora assieme nelle istituzioni - mi era capitato di parlare più volte. Celli è morto in queste ore dopo un intervento chirurgico al cuore. Personaggio complesso, entomologo diventato etologo per la grande divulgazione scientifica sugli animali in televisione e sui giornali, era entrato nel parlamento di Strasburgo con i Verdi assieme a quell'altra personalità interessante che è l'alpinista Reinhold Messner, accomunati da una certa indisciplina rispetto ai diktat del loro Gruppo. Non era facile parlargli per un'innata timidezza che non traspariva affatto in televisione, e che invece di persona emergeva con chiarezza, mostrando una qualche forma di imbarazzo quando lo si avvicinava per parlargli, come capita in politica, di argomenti i più vari. Ricordo di avergli raccontato di quell'etnologo francese che aveva frequentato per un certo periodo l'Assemblée nationale, riscontrando cone la "tribù" della politica avesse costumi e riti assolutamente illeggibili all'esterno e gli avevo scherzosamente proposto di fare analoga cosa con lo sguardo da etologo. Aveva sorriso sotto la sua zazzera.