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08 mag 2011

La morte di Bin Laden

di Luciano Caveri

Questa mattina presto, l'arrivo di un messaggino dal sistema di allerta che ho collegato con uno sito di notizie mi ha avvertito della notizia clamorosa dell'azione delle truppe speciali americane che ha portato alla morte di Osama Bin Laden, figura carismatica del terrorismo islamico, inseguito dagli Stati Uniti per le sue chiare responsabilità nell'organizzazione dell'attentato dell'11 settembre del 2001 che portò al crollo delle Torri gemelle a New York. Se penso a quegli avvenimenti terribili e alla feroce determinazione di organizzare una strage in un luogo pieno di persone inermi non si può che gioire per quanto avvenuto e commuoversi per quel moto spontaneo che ha portato i cittadini americani a riunirsi davanti alla Casa Bianca. Dalle vecchie democrazie, che pure saranno piene di difetti e lo dico per evitarmi le contumelie di chi ha un comprensibile pizzico di antimericanismo, arrivano insegnamenti sul senso identitario e di appartenenza. Ci sono cose che dividono e altre che uniscono e questa elementare ripartizione sembra ormai essere saltata in Italia. Confesso, tuttavia, dovendomi muovere nelle prossime settimane in diversi aeroporti per lavoro, un senso di preoccupazione e di insicurezza. Ogni vicenda di questa portata scatena purtroppo elementi drammatici di ritorsione e viaggiare diventa spiacevole.