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31 dic 2010

Mani bianche

di Luciano Caveri

E' un buon segno, direi natalizio, che ieri a Roma si sia sgonfiata quella parte violenta della protesta studentesca e l'idea delle "mani candide" è stata una trovata che ha avuto successo (più di certe interviste di ragazzi dall'italiano incerto...). Dimostrazione che chi invocava arresti di massa preventivi (sic!) aveva visto un film diverso, degno forse del Cile di Augusto Pinochet e non di una Repubblica dove gli studenti salgono al Quirinale. Allora, per Natale, io credo che i giornalisti radiotelevisivi - categoria cui mi onoro di appartenere - dovrebbero smettere di raccogliere le "opinioni pillola" dei politici - categoria cui mi onoro d'appartenere - perché è ovvio che se la dichiarazione è una frasetta messa lì nel nulla la tentazione è quella di limitarsi ad una battuta e la battuta apre ad un baratro di gaffe o peggio di nefandezze. Forse potrebbe essere un patto reciproco, vicendevolmente contenuto in un pacco dono da consegnarsi in queste ore. Non avremmo neppure più gli addii strazianti alla Carfagna o Prestigiacomo, dalla loro viva voce, corretti poi in fretta e furia, e non avremmo più certi terribili portavoce che mostrano la pericolosità del "fuoco amico".