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17 nov 2018

Bon de chauffage

di Luciano Caveri

Rivangare il passato non serve a niente. Certo sulla vicenda dei "buoni benzina" resta l'amarezza del fatto che, a parte la perdita che scoccia a tutti, lo Stato non abbia fatto la sua parte. Spettava, infatti, anzitutto al Parlamento l'abrogazione della norma della legge 3 agosto 1949 n.623 che prevedeva i "buoni" in attesa della applicazione dell'articolo 14 del nostro Statuto sull'istituzione della "Zona franca". Gli amministratori valdostani, adempiendo ad un obbligo posto dalle autorità comunitarie, si sono assunti un compito sgradevole e a Roma, invece, hanno fatto finta di niente e questo ancora oggi grida vendetta. Sapendo, oltretutto, che la "Zona franca", per la quale la Giunta regionale ha dato una consulenza per verificarne la fattibilità, poteva essere posta in correlazione con l'abolizione dei "buoni" se non fosse stata messa in un cassetto la proposta, già in passato avanzata in Commissione paritetica, di una norma d'attuazione che almeno semplificasse le procedure per una sua eventuale applicazione. Ora il "bon de chauffage", nato non come automatica sostituzione ma come una forma risarcitoria, limitata ad un contributo per famiglia (e non per patente e autoveicolo, come i vecchi buoni) e a cifra più meno dimezzata, dopo un anno di erogazione per tutti, subisce una limitazione per reddito. Scelta che si scontra contro il vecchio tema di "furbi" che evadono le tasse e ripropone quell'articolo 13 dello Statuto che, in epoca di federalismo fiscale, potrebbe avere un suo perché, opportunamente modernizzato. Il testo dice: "Ai fini dell'accertamento delle imposte dirette erariali, gli uffici finanziari dello Stato nella Regione comunicano alla Giunta regionale la lista dei contribuenti che, domiciliati nella Valle, possiedono redditi tassabili al loro nome mediante ruolo. La Giunta esamina la lista, la completa e la rettifica, aggiungendovi coloro che furono omessi e che vi dovevano essere compresi e cancellandone coloro che per qualsiasi causa vi furono indebitamente iscritti o che per motivi sopravvenuti ne debbono essere esclusi. Delle variazioni introdotte la Giunta deve indicare la ragione". Una norma ricca di assunzione di responsabilità.