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18 ott 2010

Lo spopolamento come insidia

di Luciano Caveri

Bard è uno dei paesi della Valle a rischio sopravvivenza come realtà amministrativa. Certo non esiste una legge che preveda un numero minimo di cittadini sotto il quale un Comune debba chiudere i battenti, anche se prima o poi avverrà. Ma il collasso demografica è un fatto palpabile, al di là degli aspetti burocratici. Il colossale investimento sulla fortezza non ha per ora invertito il crollo della popolazione reale nel paese (molte residenze sono infatti sulla carta) e neppure ha fermato quella crisi nelle nascite che finirebbe, con l'ineluttabile invecchiamento della popolazione, per estinguere in modo implacabile una comunità. Ci riflettevo a fronte di un borgo vivissimo in occasione dell'affollato "Marché au Fort", felice iniziativa ideata alcuni anni fa, che raccoglie una forte partecipazione in una stagione autunnale che si presta all'enogastronomico e alle sue eccellenze. E questa stessa riflessione vale per il flusso delle visite al complesso del Forte e alla corrispondente risposta ancora insufficiente - tranne meritevoli casi, quale lo straordinario albergo "Ad Gallias" - nelle attività commerciali nel borgo sottostante. Non ho ricette particolari: il pubblico ha già molto investito, forse la gestione del forte deve tener conto di più dei pochi imprenditori attivi, ma per il resto spetta alle leggi del mercato e dell'economia riuscire o meno a ricreare le condizioni del necessario ripopolamento. Oggi scrivo di Bard ma ci sono altri Comuni in cui suona l'allarme natalità.