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17 set 2010

Forse è solo un sogno

di Luciano Caveri

Come lo scorso anno, sono stato per lavoro a Biarritz, celebre località balneare sull'Atlantico, dove si incontrano le principali società di produzione e di distribuzione televisiva e cinematografica francesi.  Un mondo interessante (ho trovato anche un'erede di nostri émigrés!), che mostra cosa significhi un "gusto europeo" rispetto allo strapotere del "gusto americano" in questo settore e la Francia ha fatto molto a difesa dell'"audiovisuel". Quando si viene in ambienti come questo, è facile sognare di avere - prima o poi - una televisione pubblica generalista in Valle d'Aosta, fallito ormai tanti anni fa il disegno della televisione privata regionale con "RTA" (RadioTeleAosta), sommersa dai debiti. E tutti constatano come le "finestre" locali su "Rai3" siano assai limitate, pur importanti, pensando che in quasi tutte le Regioni i cosìdetti programmi sono spariti da tempo. Se si sommassero le potenzialità di produzione locale (autoproduzione "Rai" e società locali) nelle lingue della Valle (italiano, francese, francoprovenzale e - sottotitolate - le parlate dei walser) con possibili acquisti sul mercato francofono (non solo francese) su cataloghi amplissimi sarebbe, possibile dar vita ad una "Terza rete bis" (facile con il digitale), come avviene a Bolzano e a Trieste per sudtirolesi e sloveni, che consenta in certi orari al telespettatore di scegliere fra nazionale e regionale, situati come sarebbero su due distinti canali. Una televisione regionale non è un lusso ma una necessità, essendo ormai il mezzo più diffuso attraverso il quale una comunità può riflettere i diversi aspetti della propria personalità e aprirsi al confronto.